La missione che viene a noi

Sabato 20 giugno a Ziano Piacentino, località Albareto, si é tenuto un incontro/riflessione su come essere missionari nel nostro quotidiano al quale è seguita, dopo una piacevole passeggiata attraverso i vigneti, una cena di raccolta-fondi per la missione di Betanatanana.

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La scelta della data non è stata casuale, infatti Padre Gianromano ha precisato subito che il 20 giugno è la Giornata Mondiale del rifugiato; così è stata in quest’ottica che si è sviluppata la semplice ma costruttiva riflessione guidata dal nostro caro amico e missionario scalabriniano nella gradevole cornice davanti alla chiesa di Albareto sul prato tagliato di fresco, in un’atmosfera conviviale ma allo stesso tempo raccolta, tanto che persino i bambini presenti se ne sono resi conto e hanno saputo giocare nelle immediate vicinanze in maniera assolutamente rispettosa.

Al centro il brano biblico dell’incontro di Abramo con i tre ospiti alle querce di Mamre (Gen 18, 1-15), la sacralità dell’ospitalità, pur se avviene “nell’ora più calda del giorno”, cioè nel momento meno opportuno. Da qui diversi spunti e collegamenti con il nostro quotidiano e alcune sollecitazioni: la questione delle migrazioni è un fatto, prima che essere un problema e, soprattutto, riguarda delle persone, con dei volti e delle storie precise. A questo proposito padre Gianromano ci ha invitato a vedere il film “Lamerica” di Gianni Amelio e in particolare gli ultimi tre minuti.

Non c’è stata alcuna pretesa di presentare soluzioni facili né di dare lezioni, molto più semplicemente di trovarci insieme a riflettere sulla missione: essere missionari implica il non chiudere gli occhi su quanto accade nel nostro quotidiano, cercando, se possibile, di superare i luoghi comuni e ricordandoci cosa ci dice San Paolo: “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo” (Eb 13, 2).

 

Grigliata 1Al termine ci siamo diretti verso il luogo preparato per la cena con una gradevole passeggiata in mezzo ai vigneti, apprezzata in particolare per il panorama e la luminosità della giornata e per averci permesso di arrivare a tavola in un clima di amicizia e condivisione.

Infine un’ultima precisazione: essere missionari significa anche cercare la sobrietà e avendo utilizzato piatti e bicchieri biodegradabili, stoviglie in acciaio e acqua in bottiglie di vetro è stato possibile ridurre i rifiuti a “appena” mezzo sacco, nonostante il cospicuo numero di partecipanti: è importante mantenere l’attenzione anche su questo aspetto, ridurre gli sprechi e dimostrare che è fattibile.

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Grazie a tutti!!!