“Piedi migranti” (14/07/18)

image003Dal 2006, il gruppo di amici e benefattori di Seminò di Ziano P.no promuove questa festa a favore della nostra missione, occasione anche di incontro e condivisione tra le persone.

Da qualche anno, l’appuntamento inizia nel pomeriggio con una riflessione missionaria guidata dall’amico scalabriniano Padre Gianromano Gnesotto; quest’anno il tema è stato “Piedi migranti”.

IMG_20180715_090105Padre Gnesotto ha sollecitato i presenti attraverso alcuni spunti scritti a penna su un prezioso foglio che teneva tra le mani: i piedi, per esempio, sono tutti uguali, in quanto piedi di persone; tuttavia è evidente come ciò spesso sia smentito dalla realtà (basti pensare al valore dei piedi di Cristiano Ronaldo, esempio di grande attualità). I piedi, inoltre, hanno fatto le civiltà (è stato citato l’esempio di Lucy, primo ominide ritrovato in Etiopia da cui poi tutti noi discendiamo): l’uomo è geneticamente “girovago”, non è stanziale (l’aggettivo “girovago” è stato utilizzato a motivo della poesia omonima di Ungaretti dal celebre verso “Su nessuna parte di terra mi posso accasare”).

I piedi sono stati presi anche come metafora del cammino di conoscenza verso l’altro, il diverso da me attraverso la rievocazione di alcuni proverbi o modi di dire delle varie culture: “Camminare dieci miglia nelle scarpe dell’altro” prima di giudicarlo, l’equivalente del nostro “Mettersi nei panni dell’altro” per indicare la capacità di sentire ciò che l’altro prova, l’empatia … Oppure il detto toscano “Mangiare insieme quindici chili di sale” (solo dopo tutto questo tempo si potrà dire di conoscere l’altro, o perlomeno di conoscerlo un po’ meglio).IMG-20180715-WA0017

Infine, l’ultimo spunto ma non meno importante, anzi, la citazione dell’episodio evangelico della Lavanda dei piedi (Gv 13, 1-15), gesto del tutto inusuale e gratuito compiuto da Gesù ai suoi discepoli.

Quest’anno abbiamo pensato di offrire ai presenti una testimonianza diretta invitando il giovane Zmnako Wali che ci ha raccontato, seppur per sommi capi, il durissimo viaggio compiuto dal Kurdistan iracheno verso l’Italia quando aveva appena 14 anni (oggi ne ha 30).

IMG_4035Il “curdo volante” (così è oggi soprannominato in paese viste le sue spiccate doti per la corsa) ha citato alcuni episodi tra i più duri come il fatto di aver camminato mesi a piedi nudi, percorrendo tratti di strada attaccato a dei camion, trascorrendo giorni senza bere e sentendo tanto la mancanza della mamma e del suo fratellino più piccolo.

Zmnako si è presentato in semplicità e sincerità, a tutto tondo, con il sorriso sul volto e senza – apparente – rabbia o rancore verso la sua vicenda personale, un esempio di integrazione (che Padre Gianromano ha sottolineato come debba essere frutto di un cammino bi-univoco, cioè fatto da entrambe le parti).

IMG-20180716-WA0002Zmnako lavora come muratore da quando aveva 18 anni realizzando il suo sogno da bambino e ci ha raccontato come durante i primi tempi in Italia amasse trascorrere il tempo ascoltando gli anziani del paese che hanno rappresentato per lui i nonni che non ha mai potuto frequentare.

A seguire la serata è proseguita pur con qualche breve interruzione causa pioggia (niente di grave, però) in località Marano con la consueta grigliata e la buona compagnia.

Tutto è riuscito per il meglio anche stavolta e ci teniamo a sottolineare come, grazie all’attenzione crescente verso la gestione dei rifiuti, quest’anno siamo arrivati ad averne appena un chilo (vengono infatti utilizzati da sempre piatti e bicchieri biodegradabili, bottiglie in vetro per acqua e – ovviamente – vino e stoviglie in acciaio che vengono lavate e riutilizzate ogni anno).

Un grande grazie a Padre Gianromano e a Zmnako, ai cuochi e grigliatori Fausto (Pacio), Adelina, Giorgio Moia e Silvio, a Barbara e Caterina per il prezioso contributo, a Corrado e a tutta la sua squadra collaudata, (il Capo, Luca, Mario) fondamentale per montare e smontare tavoli e panche e allestire adeguatamente il luogo della cena, a Francesco e Corrado per il vino offerto, a Elena, Pinuccia, Luciana e Dante, Lucia che hanno cucinato le torte, a Cristina e Daniele Marasi che contribuiscono anche con il vino.

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