IL MADAGASCAR A COLORI
HĀNITRA NENTIN – DRĀZANA… (il profumo – il tesoro – delle tradizioni dei nostri padri)
Era il titolo di un bel libro scritto da un gesuita malgascio tanti anni fa per “rivendicare” di fronte alla cultura francese, onnipotente ed onnipresente – si era nel pieno della colonizzazione – l’originalità della cultura malgascia, diversa certo, ma non inferiore. Cercheremo, nel corso del tempo che viene, di entrare un po’ di più nella cultura di questo popolo, che tutti amiamo e che ha tante cose da darci.
Avvicinarsi ad un popolo vuol dire un milione di cose:
- vuol dire conoscere la lingua e tutto quello che essa comporta, soprattutto quello scrigno di cultura che ogni popolo possiede, che sono i proverbi, le leggende, i miti, le favole… chiedersi come vive il rapporto con la natura, con gli animali…
- conoscere la storia di un popolo vuol dire penetrare fin dove possibile il passato, le vicende storiche da esso vissute, compresi quei fatti traumatici che sono le guerre…
- conoscere un popolo significa addentrarsi in quelle che sono le sue istituzioni antiche, recenti e attuali, poiché l’anima di popolo si esprime anche in quelle forme di governo che sente consone…
- conoscere un popolo è anche peregrinare con la geografia in quella porzione di mondo in cui vive e si sviluppa: montagne, pianure, fiumi, coste; conoscere anche le vicende atmosferiche e climatiche da cui dipende anche la sua sussistenza economica…
- conoscere un popolo vuol dire conoscerne le pietruzze di mosaico che lo compongono, costituite dalle regioni, clan, tribù e tutto quello che questi gruppi umani hanno creato nel corso dei secoli…
- conoscere un popolo significa anche conoscerne gli ingranaggi economici …fino ad arrivare in cucina per vedere quello che mangia, quello che beve, come si veste e la tradizione culinaria che dipende ovviamente da ciò che madre natura gli fornisce, a partire dagli alimenti base, fino ai frutti, ai sapori…
- conoscere un popolo significa anche vedere come fa fronte alle malattie. Soprattutto come vive il mistero della morte e come “immagina“ l’aldilà, le cerimonie e i riti per affidare i suoi morti al mistero del “dopo la vita”.
E la lista, vedete bene, dovrebbe continuare ed entrare in tanti dettagli. Tanti di voi conoscono questo paese dalle lettere che scrivo, dove si percepisce qualche spiraglio della vita di questo popolo. Vorremmo, aprendo questa rubrica, aiutarvi a conoscerne qualcosa di più: l’anima, le tradizioni ed anche le lacerazioni, che vive al presente, senza concessioni all’esotico, ma senza rinunciare a descriverne le vicende presenti. Poiché la cultura non è solo quanto si vede nei musei, ma la storia che un popolo costruisce giorno per giorno.
don Riccardo