CHE COSA LASCIAMO… SEI ANNI DOPO

Betanatanana…triennio 2016-2018

Negli anni 2016, 2017 e parte del 2018 è continuata l’attività di evangelizzazione e di edificazione di aule, alloggi per insegnanti, escavazione di pozzi, nei villaggi della campagna, evitando quindi ai ragazzi pesanti pendolarismi giornalieri per andare a scuola. Alle cinque scuolette già attive, si sono così aggiunte quelle di Ambonarabe-Mahasoa, Andronomalio. Andabotoka, Ambalamanda. A Betanatanana si sono potenziate le scuole, dalla materna alla media, con la presenza di operatori ben preparati nel duplice ruolo di insegnanti e di catechisti. Così è cresciuta anche una vitale comunità cristiana.

Nel 2018 è stata inaugurata la nuova chiesa, che può ospitare oltre 600 persone.

 

2018: da Betanatanana a Antsiraraka

Nel 2012 padre Riccardo viene destinato dal suo vescovo a Betanatana, nella diocesi di Maintirano, per un mandato di tre anni come “donum fidei” a questo territorio. Il mandato viene rinnovato per un secondo triennio (2016-2018), ma nel 2018 il suo vescovo lo richiama nella diocesi di Morondava e gli affida un nuovo incarico che don Riccardo accetta con entusiasmo. Gli viene affidata la parrocchia di Antsiraraka, un villaggio a 160 km a nord di Morondava, dove è richiesta la presenza di un missionario che rivitalizzi e incrementi la comunità cristiana, quasi inesistente. Da novembre 2018 padre Riccardo è presente a Antsiraraka, dove ha pianificato incontri con i residenti per capire i loro usi e costumi, oltre che le loro aspettative.

Nel contempo sta costruendo sul terreno della missione alcune stanze per alloggiare lui e i suoi stretti collaboratori ed escavando un pozzo a disposizione anche della gente (l’acqua è razionata e si deve comperare). Il primo progetto importante sarà la costruzione di una nuova chiesa (quella esistente è una capanna fatiscente), indispensabile per avere un luogo di incontro con la comunità locale e con i numerosi ragazzi che frequentano la esistente scuola delle suore, molto ben gestita e apprezzata.

 

Cosa lasciamo e Betanatanana

Gli anni trascorsi a Betanatanana sono stati anni molto intensi. Si è trattato di rianimare delle comunità cristiane esangui o già spente, di reperire e formare nuovi responsabili, di rilanciare insomma la vita cristiana, cominciando dalla preghiera, dai sacramenti, ecc. Certo, le grosse difficoltà non sono mancate, fin dagli inizi, ma, come sempre, accanto ai problemi ci sono le soluzioni, spesso presenti nei collaboratori discreti, attivi, disponibili che fortunatamente non sono mancati.

Oggi la missione di Betanatanana conta tredici comunità cristiane e dieci scuole di varia entità, che hanno cominciato a rivivere. C’è anche una moderna e ampia chiesa, dove i cristiani locali, ma anche quelli provenienti da altri villaggi, si radunano per le varie celebrazioni e gli incontri comunitari.

Un segno dell’apertura verso l’ecumenismo, sono le vetrofanie sulle grandi finestre della nuova chiesa, raffiguranti le immagini dei martiri in Madagascar sia europei (cattolici, luterani, riformati) che malgasci (per la maggioranza): un semplice e visivo ricordo, che ci sollecita a riflettere che tutti siamo chiamati a costruire un’unica chiesa dai molti volti, a testimonianza di un cammino intrapreso e in divenire. 

A Betanatanana salutiamo una popolazione che ringrazia, consapevole di quanto è stato fatto per loro e che si impegna ora a continuare con responsabilità e competenza la gestione di quanto in essere.

A noi rimane un rimpianto per i progetti non portati a termine: il dispensario non è stato realizzato per resistenze amministrative locali, mentre la casa per madri sole e bisognose non si è potuta concretizzare per la mancanza di suore che potessero gestirla. Questo però fa un po’ parte delle cose: quando i progetti sono tanti ed il tempo per realizzarli è poco, può verificarsi qualche situazioni negativa.

Lasciamo Betanatanana, ma i nostri fratelli di Betanatanana non li abbandoniamo. Continueremo a seguirli e a sostenerli con le adozioni in essere sino alla loro naturale scadenza e, se necessario, con interventi di aiuto mirato in presenza di eventi di emergenza particolari.