“Non siate tristi…”

20 anni fa moriva un mio amico carissimo. Mai più avrei immaginato che prima di morire avesse organizzato il suo addio. Non è un caso il fatto che a distanza di 20 questo racconto mi sia “finalmente arrivato”.

Questo mio amico vuole rendermi partecipe di quello che ha fatto tanti anni fa. L’ammirazione per la sua fede stempera un po’ il dolore di averlo perso. E comunque, come ogni testamento, le sue parole niente hanno perso della loro forza.

Cosi suo fratello scrivendo ai suoi figli rievoca l’evento… rileggendo le parole scritte a sua figlia, assente al momento dell’incontro.

 

 

portaNon siate tristi: in questa casa non c’è una persona che sta morendo, ma ce n’è una che resuscita grazie alla grande misericordia di Dio!

Carissimi,

con queste parole attaccate sulla porta di casa, Carlo ci accolse quella incancellabile sera del 5 novembre di 20 anni fa!

Il prossimo 23 novembre saranno 20 anni dalla sua morte: aveva appena compiuto 55 anni.

Per rivivere con voi quei terribili momenti, vi mando la lettera che scrissi da Torino a  * che essendo a Dublino, non era potuta essere con noi. 

…confermo solo che anche ora, come quel mattino di 20 anni fa lungo l’autostrada Milano-Torino, non riesco a seguire il suo invito “non siate tristi”, e, a ripensarci, mi turbo profondamente: la mia fede non è certo quella di Carlo!

 

Carissima,

ieri martedì 5 novembre, alla sera Carlo e Carla hanno invitato tutti i loro 6 figli, la nonna e tutti noi 6 fratelli e sorelle, a casa loro perché è venuto don Gigi a dare a Carlo l’unzione degli infermi. Don Gigi era già stato in mattinata da Carlo per una lunga confessione, ma per l’unzione Carlo e Carla hanno voluto che fossero presenti tutti i figli e possibilmente i fratelli.

Così ci siamo trovati tutti insieme… 24 persone. E’ stata una serata bellissima, ma terribile.

Carlo, ormai completamente privo di forze, quasi irriconoscibile per quanto scavato in volto e tutto dimagrito, aveva fatto appendere davanti all’ingresso un cartello, fatto a computer dalla Betty su sua dettatura:

                                    NON SIATE TRISTI:

IN QUESTA CASA NON C’E’ UNA PERSONA CHE STA MORENDO,

MA CE N’E’ UNA CHE RISUSCITA GRAZIE ALLA GRANDE MISERICORDIA DI DIO

Puoi immaginare la commozione che queste parole hanno suscitato in tutti noi: la serenità e il coraggio di Carlo nell’affrontare la morte, quasi festeggia insieme a tutti quelli che gli vogliono bene e con cui ha condiviso la sua vita, ci ha sconvolto. Poi c ‘è stato il rito vero e proprio: Mami ha voluto ricevere anche lei questo sacramento: non poteva accettare che un suo figlio lo ricevesse prima di lei! 

candela-profumataDurante la somministrazione del sacramento abbiamo pregato per la guarigione “del nostro fratello infermo“ come suggerisce S. Giacomo; “sarebbe bellissimo“ ha sussurrato Carla!

Infine Carlo ha voluto parlare a tutti: con un filo di voce, senza mai interrompersi, per un quarto d’ora ha voluto ringraziare il Signore della bella vita che gli ha fatto vivere, dei magnifici genitori che, non solo gli hanno dato la vita, ma lo hanno anche educato a comprenderne il senso, dei fratelli con cui ha sempre vissuto un rapporto di grandissimo amore e di completa fiducia, in tutte le occasioni anche quando gli è toccato prendere decisioni a nome di tutti, in situazioni che potevano prestarsi a malcontenti. Poi ha ringraziato il Signore per il dono della famiglia numerosa che gli ha concesso di mettere su e anzitutto per la moglie che ha incontrato: ”se l’avessi dovuta inventare io, non sarei riuscito a immaginarla cosi perfetta, cosi ideale per me! mani-intrecciateAbbiamo vissuto in un accordo stupendo, nei momenti felici ed in quelli tristi, che vissuti in perfetta armonia, insieme, non sono mai stati tristi, ma anch’essi di gioia. Una moglie che è stata tutto per me: adesso mi fa anche da infermiera”. Poi ha ringraziato il Signore per i suoi sette figli (pensava anche al Paolo, morto dopo un solo giorno di vita): “Se quando mi sono sposato, mi avessero fatto vedere come sarebbero stati tutti i miei figli, avrei detto: – Ma come è possibile tutti cosi stupendi e che mi vogliono così bene? – non ci avrei mai creduto”. Infine ha invitato tutti alla gioia e ci ha esortato a portare a tutti la gioia: “non costa niente portare agli altri la gioia: tutti lo possiamo e lo dobbiamo fare!” Poi, sfinito, ci ha abbracciato ed è tornato a letto, sereno, invitandoci ad invidiarlo quando non sarà più con noi, perché lui sarà già di là a godere della gioia eterna che ci attende tutti!  Io nonostante il suo invito, ”non siate tristi” ho pianto anche questa mattina per quasi tutto l’autostrada che mi portava a Torino da dove ti scrivo. Ho meditato a lungo le sue parole: mi è rincresciuto moltissimo di non aver pensato di registrare tutto il suo discorsino: sarebbe stato un ricordo stupendo e vivo e avrei potuto farlo sentire anche a te che non sei potuta essere presente insieme a noi. Come puoi facilmente immaginare, la mia previsione che non l’avresti più visto si sta purtroppo avverando: non ci resta che unirci nella preghiera…