Don Riccardo – 04/10/2014

Betanatanana, 4 ottobre 2014

Cari amici,

i mesi volano via e adesso che guardo indietro mi accorgo che il mio è stato un gran silenzio. Ve ne chiedo scusa e sono qui per darvi un po’ di notizie sulla missione.

Un anno fa ero arrivato da poco ed abbiamo messo in cantiere la costruzione della nuova scuola nello spazio ristretto della missione. Come abbiano fatto 200 bambini a correre e giocare in questi spazi così esigui lo sanno solo loro. In realtà non si muovevano quasi. L’astuzia di far fare la ricreazione due classi alla volta non ha permesso loro di muoversi di più visto il posizionamento bislacco degli stabili.

Intanto andava avanti, come sapete, la ricerca di spazi più ampi e più liberi. Nello schizzo che accludo, potete vedere che questi spazi sono ormai acquisiti e messi in opera. Non siamo ancora alla fine dei lavori, ma siamo ben avanti. A metà settembre, due classi delle medie e tre classi delle elementari si sono spostate nei nuovi stabili.

La piantina qui sotto fa vedere gli spazi acquisiti e le costruzioni eseguite finora: gli alloggi per gli insegnanti (13), la scuola media (4 aule, un ufficio, un magazzino ed una sala di studio), due pozzi ed il blocco sanitario: 

Planimetria aggiornata ad agosto 2014

Planimetria aggiornata ad agosto 2014

Man mano che verranno realizzate le altre aule, anche le altre classi si sposteranno. Non sposteremo i bambini più piccoli: l’asilo e la prima elementare è bene che rimangano qui alla missione nel centro del villaggio e quindi più vicini alle loro famiglie.

Mentre procedono i preparativi per l’inizio del nuovo anno scolastico, è ripreso da qualche mese  l’assillo di ricercare nuovi insegnanti. Come al solito è difficile reperire sul posto insegnanti preparati e motivati. Infatti insegnare in una scuola come questa, dove gli stipendi sono modesti e la fatica elevata, dove si richiede disponibilità anche per la catechesi e l’evangelizzazione… beh, è sempre una sfida al buon senso! Ovviamente mi rivolgo al “serbatoio“ della regione di Faratsiho. Ma sono in tanti i giovani a rispondermi: “siete troppo lontani, fa troppo caldo, i posti sono troppo pericolosi, ma in caso di malattia… “ e la lista continua.

Ma noi continuiamo a chiedere al Signore: un buon insegnante è sempre un dono immenso che il Signore ci fa e siamo consapevoli che “non è un lavoro, ma una chiamata”. Come tutte le vocazioni, solo Lui ce li potrà dare.

Il motivo primo della mia presenza qui è, ovviamente, la missione. Ho proseguito nei mesi scorsi le visite alle comunità cristiane dei dintorni. Queste uscite cominciano a rendermi un po’ più familiare l’ambiente, le piste, la vegetazione, le località, i chilometri da fare a piedi, la gente con cui tessere legami di conoscenza ed amicizia.

Se sulla carta le comunità erano nove, adesso vedo che sono molte meno: alcune sono sparite, altre stanno morendo, altre, a causa delle emigrazioni, sono ridotte a poche capanne, mentre altre sono numericamente importanti e quindi si rende necessario visitarle più spesso. In altri posti bisognerà favorire la nascita di nuove comunità cristiane.  

Nel tentativo di documentarmi per sapere qualcosa di più su questi tre comuni, mi imbatto puntualmente in dati che sono o troppo vecchi, o “approssimativi” (qualche centinaio di chilometri quadrati in più o in meno…  qualche migliaio di persone in più o in meno…)

Ankisatra, Andàbotòka  e Betanatànana fanno in tutto 2000 km quadrati circa. E, teoricamente, la comunità più lontana, verso sud, è a 60-70 km da Betanatanana. Ho chiesto ai miei amici Padri Trinitari di Maintirano di andarci loro per il momento, perchè io, avendo gli impegni delle scuole, non posso assentarmi a lungo da Betanatanana.

I tre comuni che costituiscono la Missione

I tre comuni che costituiscono la Missione

Per territori cosi vasti, la popolazione è dispersa e relativamente poca. Forse 30 mila abitanti circa.

Ma la distanza non è il solo grave handicap di questa regione del nord-ovest. La mancanza di comunicazioni, soprattutto di strade, rende la vita molto disagevole. Nei giorni di mercato, si può vedere gente che trasporta sulla testa sacchi di riso, ceste di ortaggi ed altre mercanzie. Queste persone si fanno a piedi 12-20 km per venire al mercato, per poter vendere ed acquistare le cose per le necessità quotidiane: petrolio, olio, zucchero, sale, qualche indumento e poi ripartire.

Da qualche mese, però, i nostri mali sono ben più gravi e pericolosi: si sono abbattute qui  delle schiere di ladri di zebù che terrorizzano i villaggi; rubano soprattutto gli zebù, senza esitare a sparare e uccidere quando vedono un minimo cenno di resistenza. Insomma un vero saccheggio.

Sindaco, prefetto e gendarmi sono totalmente impotenti ed inerti. Abbiamo proceduto ad un calcolo abbastanza preciso degli zebù rubati da gennaio in qua: oltre 3.000. Per darvi un’idea, tradotti in euro, si tratta di qualcosa come 500.000 euro! Sapere dove vanno questi zebù è il segreto di Pulcinella: arrivati a Tsiroanomandidy (a 400 chilometri da qui), questi zebù sono debitamente marcati e registrati, prima di esser immessi nel mercato legale verso Tananarive. Insomma una gigantesca mafia di cui sono conniventi membri del governo, della polizia e simili, a tutti i livelli.

Un proverbio malgascio dice che “il serpente (qui in Madagascar una bestiola assolutamente innocua) non ha grinfie per difendersi, né piedi per scalciare (per proteggersi da chi lo vuole calpestare ed uccidere) e non può fare altro che alzare gli occhi verso Dio”.  Ed è la sensazione di impotenza e di rabbia che provo al vedere queste cose. Ovviamente le conseguenze di questa situazione tragica sono tante: una delle più gravi è la chiusura immediata delle scuole di campagna. Nel comune di Ankisatra sono chiuse da mesi e gli insegnanti sono fuggiti da un pezzo. Nel comune di Andabotoka ne sopravvivono due. E lo Stato diventa sempre più assente.

Ma nelle ultime settimane la situazione sembra più sotto controllo, grazie anche all’impegno di alcuni volontari locali. Guai a rassegnarsi!  In questi villaggi cominceremo con le scuole. Non avendo molti mezzi a disposizione, ed essendo molto impegnati qui a Betanatanana, credo che per ora riusciremo ad aiutare questi villaggi ricercando qualche insegnante giovane e preparato, prendendo in affitto qualche capanna da destinare ad aula e acquistando qualche banco e del materiale didattico. Nel frattempo vedremo anche se i genitori ci seguono e mandano i figli a scuola, accollandosi anche una partecipazione alle spese per gli insegnanti. La stagione delle piogge sarà, per così dire, il test decisivo. Allora l’isolamento sarà quasi totale. Con la scuola cominceremo anche un inizio di evangelizzazione, cominceremo la semina di cui parla il Vangelo: azione sempre piena di speranza e ricca di sorprese. Papa Francesco ci parla della “gioia di dare il Vangelo”. Beh, posso confermarvi che questo è ben vero anche qui.

Insomma, il cantiere di questa missione è aperto e richiede una moltitudine di gente pronta a collaborare, da qualsiasi parte del mondo.

Saluto tutti, ma soprattutto voi, amici anziani e malati, che mi accompagnate quotidianamente con la vostra preghiera e l’offerta della vostra sofferenza. Grazie di cuore.

Vi abbraccio,

Riccardo