Le adozioni a distanza. (Don Riccardo – 23/08/2003)

Mandabe 23 agosto 2003



Carissimi amici,
         mi scuso innanzitutto per farmi vivo solo ora con voi. Certo vi ho mandato qualche biglietto personale nel passato, ma adesso vorrei fermarmi con voi in modo particolare.

Infatti voi vi siete fatto carico in modo diretto e continuato dei bambini delle scuole di qui.
Rubandovi qualche momento desidero fare con voi il punto della situazione, dopo tre anni di presenza in questa missione.

Sono attualmente 6 le piccole scuole di brousse in funzione, mentre altre tre sono di prossima apertura. E’ bene che sappiate la “procedura” che seguiamo.

Dopo aver proceduto a tentoni (e quindi sbagliando!), adesso facciamo così: cerchiamo un villaggio di una certa importanza e cioè:

  • dove ci siano dei genitori desiderosi di mandare a scuola i figli,
  • che ci siano almeno una sessantina di scolari,
  • che il villaggio si impegni a contribuire al salario dell’insegnante,
  • che ci siano a disposizione una casa per l’insegnante ed un ambiente in cui cominciare la scuola

 

Ricevuta risposta favorevole cominciamo a cercare l’insegnante. Intanto ci procuriamo delle tavole per fare i banchi e qualche foglio di faesite per la lavagna. In occasione delle visita “ufficiale” si procede alla presentazione dell’insegnante e si inizia.

Ovviamente varie sono le evenienze e difficoltà:

  • Nel villaggio si fa più forte la coesione tra chi manda i figli a scuola; ai genitori si aggiunge qualcun altro di “buona volontà”. Il villaggio – nella maggioranza – vuole la scuola e cerca di trovare forme di autofinanziamento per contribuire alle spese come per esempio: cercare di coltivare una risaia in più.
    Di fronte all’inerzia dello stato, la gente vuole che i propri figli studino, dando motivazioni diverse:per distogliere i figli – quando diventano grandicelli – di lasciarsi alla tentazione di rubare gli zebù dei villaggi dintorno,
    per sapere cosa viene scritto nei quaderni d’identità degli zebù,
    per uscire dalla paura di fronte ai gendarmi e a quelli dell’amministrazione,
    una certa promozione sociale.
  • Si può passare allo stadio successivo: costruire la scuola.
    Qualche altra battuta di arresto può succedere: l’insegnate non sempre risponde alle esigenze ed aspettative e quindi si rende necessaria la sostituzione; ci sono le incursioni dei ladri di bestiame che di solito ripartono con 30 – 40 zebù e talvolta svuotano completamente le capanne della gente; al loro approssimarsi la gente fugge terrorizzata nelle boscaglie o nelle risaie. Ma neppure questo frena i genitori che faranno quello che possono per aiutarsi. Ovviamente, in maniera molto discreta intervengo molte volte.
  • Altra causa di spese: regolarizzare il permesso di insegnare e l’apertura legale della scuola.

 

Non saprei dirvi se tutto questo è poco o molto difficile, ci sono dentro, e se anche aumentassero le difficoltà non vedo il motivo per cui tirarmi indietro!
Sono sempre più numerosi i bambini che possono andare a scuola grazie al vostro aiuto. Risulta evidente che se non avessimo lavorato insieme io non avrei potuto fare niente. Mentre GRAZIE A VOI qualche cosa di molto importante sta succedendo qui. Quando passo nei villaggi dove c’è la scuola posso dire di constatare la presenza di un clima diverso. Usando un paradosso dico alla gente: amate i vostri bambini come i vostri zebù!

Guardando avanti: bisogna sostenere i genitori, aiutare quelli più poveri (e, magari con tanti figli) incoraggiare i ragazzi meritevoli a proseguire gli studi, spingere i genitori a qualche iniziativa “comunitaria” per garantire un piccolo fondo alla scuola, cercare qualche libro per gli insegnanti, assicurando loro il materiale di prima necessità (quaderni, penne, gesso ecc.). Le carte geografiche (del mondo intero)… sono un lusso al di fuori delle nostre possibilità!

Non so fino a che punto sono riuscito a darvi conto di quello che è stato fatto grazie a voi. Sono qui a dirvi GRAZIE … e ad aggiungere bisbigliando: siamo pochi e abbiamo fatto tanto.

Se ognuno si guarda intorno e passa-parola .. forse possiamo trovare qualche altro che ci dà una mano. I bambini che aspettano… sono qualche migliaio.

Ancora un grande abbraccio
e grazie di tutto
Don Riccardo