Anna, la mamma di don Riccardo. (Don Riccardo – 31/08/2004)
Milano, ottobre 2004
Cari amici,
come a molti di voi noto, a fine agosto è mancata la Mamma di don Riccardo.
Vi trascriviamo qui di seguito la lettera che don Riccardo ha scritto nel ricordo della sua Mamma.
Morondava, 31.08.04
Di questo gioisce il mio cuore:
la mia anima è in festa
perché non abbandonerai
la mia vita nella tomba.
(Salmo 15)
Cari amici,
oggi, a tanti km da qui, la mia mamma viene sepolta. Ultimo atto di una vita lunga, di un’esistenza piena. Non vengo ad elemosinare comprensione, vengo a dire: ringraziate con me il Signore per il dono che ci ha dato di avere una mamma così. La sua è stata una morte invidiabile.
Il Signore l’ha ascoltata quasi punto per punto: non voleva essere sola, ci voleva tutti vicini intorno.
Grazie al telefono ho potuto sentirla quasi fino all’ultimo.
Dall’Equador mia sorella l’ha supplicata: «Mamma non partire, aspettami… » E’ arrivata qualche ora dopo la morte.
È stata una morte attesa, preparata da lunghe ore di preghiera con la corona del rosario. Le ripetevo spesso: «Tu sai che la missione va avanti sulle tue ginocchia.» Ed è stata fedele a quest’impegno quotidiano. Come tutti i nostri vecchi contadini, macerati dagli stenti, dal lavoro e dai dolori e pur tuttavia sempre abitati da quella serenità profonda che si legge nei loro occhi e da quella bonomia ironica di chi stempera nell’umorismo anche le cose importanti.
In questi giorni di silenzio e di preghiera vedo che il debito di riconoscenza che ho per lei è incolmabile.
Mi ha dato la vita sotto le bombe, mi ha fatto battezzare, e mi ha salvato ancora una volta quando, colpito dal tetano, le speranze di guarigione erano finite. Ha strappato con la fede e la preghiera il miracolo. Forse per questo durante tutta la vita mi è stata più vicina.
Il Signore l’ha chiamata a portare la croce, come fa con gli amici che predilige, e lei non si è mai tirata indietro. Ci ha insegnato l’amore del Signore, il rosario fin da piccolissimi. Rosario che dicevamo tutte le sere in ginocchio mentre si cascava dal sonno. Quando l’ho salutata l’ultima volta ci siamo scambiati il rosario, l’unica nostra forza, segno di un amore che vince ogni distanza.
Mia mamma ha amato la chiesa, la sua piccola comunità cristiana. Ha amato e aiutato i sacerdoti, le suore, i poveri. Ci ripeteva: «non c’è nessuno più felice di noi, se qualcuno di voi diventa prete o suora, sì al Signore.» Il Signore l’ha presa in parola e la vocazione di noi, quattro religiosi, affonda le radici nella sua preghiera, nella sua fede, nel suo esempio. Non ci ha mai detto: «sono vecchia, sono malata, state qui in Italia, non andate lontano perché non vi vedrò più!»- Ci ha sempre detto: «andate là dove il Signore vi manda e non voltatevi indietro.» Il Signore ama chi dà tutto con gioia.
Alla chiesa ha dato le cose più preziose: i suoi figli.
Mia mamma è morta povera.. Nella sua stanza sono rimaste poche cose: due vestiti, la radiolina con cui seguiva Radio Maria («Sai – mi diceva – mi fa compagnia e mi aiuta a pregare. »), il cellulare che le abbiamo imposto per poterla sentire ogni tanto, ed uno scatolone di foto di famiglia che prendeva in mano ogni tanto per rifare la sua e la nostra storia.
Dedicando la scuola e la chiesa di ANKILIMANJAKA a sant’Anna ho pensato proprio che questo villaggio in cui non ci sono cristiani, si aprirà a Gesù Cristo, grazie alle preghiere ed ai sacrifici di mia mamma.
Ho chiesto ai miei fratelli di non fare un funerale, una liturgia funerea, ma una liturgia di ringraziamento al Signore. La mamma è stata per noi, la mano, lo sguardo, la parola, il cuore di Dio: il Dio visibile. E’ normale ringraziare il Signore. E’ doveroso dire a lei tutta la nostra riconoscenza. Ricevendo il Viatico – cibo che dà forza per il viaggio – Gesù le si è fatto incontro.
Là dove le nostre mani si allentano e muore la nostra parola, lì c’è Lui che accompagna verso la vita. “Chi mangia questo pane ha la vita; chi vive e crede in me anche se muore vivrà.” Teresa del Bambino Gesù diceva poco prima di morire: “sento che non vado verso la morte, ma che entro nella vita…”
La nostra missione comincia adesso.
Cara mamma, la nostra vita continua, in maniera diversa.
Cari amici, ringraziate con me il Signore. Vi porto nella mia preghiera quotidiana tutti e vi auguro la cosa più bella che ci sia:che Dio ci ama.
“Ai tuoi fedeli Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”
Vi abbraccio
Riccardo