Saluti in occasione di una visita in Italia. (Don Riccardo – 01/06/2007)
Carissimi amici, è arrivato il momento di salutarci.
Innanzitutto un grazie immenso al Signore per tutto quello che ho visto e sentito durante questi mesi; alle persone e ai gruppi incontrati: ritrovare degli amici scalda il cuore.
Un grazie particolare lo devo ai sacerdoti della parrocchia e ai confratelli del Cottolengo, sempre così accoglienti e premurosi: continuo a sentirmi molto legato alla congregazione che mi ha dato tutto.
Una parola a parte la dico a voi, amici che non sono riuscito ad incontrare: «Soprattutto non pensate che vi amo di meno! Spesso è alle persone che ci vogliono più bene che si chiedono i sacrifici più grandi e so che la nostra amicizia non diminuisce perchè non ci siamo potuti vedere “più da vicino”».
Grazie a tutti voi che mi avete dato il tempo e l’ospitalità: accogliendomi nelle vostre case e alla vostra tavola. Ho cosi potuto vedere un po’ delle vicende che vi sono occorse in questi anni e il cammino che avete fatto: gioie e lacrime, difficoltà e successi.
Che cosa ci terrà uniti adesso che parto: l’Eucaristia.
Sostare in silenzio davanti a Lui è il nostro legame più forte e quotidiano.
L’Eucaristia amata e ricevuta è la nostra forza.
E poi c’è il Rosario: non tenetelo sullo specchietto della macchina, o nella borsetta:Tenetelo in tasca!
E cosi ogni volta che la mano lo tocca ci si ricorda che abbiamo una Mamma che non ci dimentica e che non ci lascia soli.
Giovanni Paolo II ci ricorda che il primo aiuto di cui hanno bisogno i missionari è la nostra preghiera, insieme al dono spirituale di sopportare l’anzianità e le malattie, offerti al Signore perché li cambi in grazia.
Io parto, ma non pensate che sono solo io il missionario: lo siamo tutti, perché il Regno cammina con le nostre gambe, parla con la nostra bocca, ama col nostro cuore.
Fra poco Gesù ci visita nell’Eucaristia: nei segni “poveri” del pane e del vino: Lui la nostra forza oltre le distanze!
Teniamoci in contatto, a tutti il mio grazie più grande.
(dalla preghiera letta dopo la comunione)
Un giorno, il tuo giorno, mio Dio,io verrò verso di te.
E nella autentica esplosione della risurrezione,
saprò allora che la tenerezza, sei tu,
che la mia libertà sei ancora tu.
Verrò verso di te, mio Dio,
e tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di te con il mio sogno più folle:
portarti il mondo fra le mie braccia.
A nome degli amici
è stato letto da Angiola un AUGURIO-BENEDIZIONE
(Antica benedizione gaelica)
La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l’erba
su cui poggi i passi.E il sorriso brilli sul tuo voltoe il cielo ti copra di benedizioni.
Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.
Amen