Progetti ultimati che passano alla gente locale e prima visita del vescovo. (Don Riccardo – 01/12/2010)

Mandabe, dicembre 2010

Carissimi amici,
                  torno a scrivervi due righe dopo le informazioni che vi ho dato poco dopo il mio rientro.

La situazione politica qui in Madagascar, almeno per ora, non presenta novità. Si va verso il referendum per approvare la nuova costituzione che dovrebbe aprire verso la quarta repubblica, ma europei ed americani hanno fatto sapere che non la riconosceranno.

Mentre siamo ancora nel 50°anniversario dell’indipendenza del Madagascar, viene da chiedersi che tipo di indipendenza abbia questo paese, indebitato e dipendente dall’aiuto estero per il 70% della sua economia. Evidentemente la situazione di precarietà non favorisce certo la buona amministrazione, sembra di esser dentro ad una barca che silenziosamente sta affondando. Il Signore chiede a noi di continuare a credere nel futuro, a seminare speranza, a dare informazioni serie e veritiere, perché solo così si contribuisce a far crescere nello spirito di questa gente un vero amore e rispetto verso questo loro – e nostro – paese.

Alla fine di ottobre abbiamo avuto la prima visita pastorale del nostro vescovo, che ha apprezzato molto ciò che è stato fatto e come è stato fatto. Non ha lesinato la sua ammirazione, ma ha convenuto che c’è ancora molta strada da fare, perché la gente si senta più responsabile nell’assumere la gestione dell’attività pastorale dell’annuncio del Vangelo, nella gestione delle poche risorse economiche, nel prendersi in carico progressivamente le scuole.

Ci ha chiesto di “animare” la diocesi ricercando vie nuove per la catechesi, visto che i nostri insegnanti dimostrano una rimarchevole conoscenza delle tradizioni di questa gente.

Come sempre l’inizio del nuovo anno scolastico ci porta i problemi ciclici di cercare i nuovi insegnanti che sostituiscano i dimissionari. Difficilmente gli insegnanti che vengono da lontano si adattano e si “impiantano” in questo contesto difficile, se non talvolta ostile. Sono giovani che debbono metter su famiglia e il loro piccolo stipendio non permette loro di farlo, a meno che non trovino gente nei villaggi che dia loro una risaia da coltivare, ma per ora non si vedono molte vie di soluzione. E così puntualmente dopo averli formati, passati un paio d’anni, diversi fra loro tornano sugli altopiani. E bisogna riprendere la fatica di reperirne altri, formarli, ecc.

Come vi accennavo, il canale Fandroa di Mandabe è stato ultimato e consegnato all’associazione dei contadini, beneficiari diretti, e alle autorità comunali. Intanto proseguono i lavori per ultimare il canale di Ambango e credo che ci vorranno un buon paio di mesi…piogge permettendo.

La scuola elementare di Besely (due classi, due alloggi per gli insegnanti, due servizi ed un pozzo) è a buon punto; penso che per metà dicembre dovrebbe essere ultimata e aprire i battenti ai ragazzi che aspettano con impazienza il momento di uscire dal magazzino dove ora frequentano le lezioni. 

E’ questa l’occasione per me per dire a tutti voi, che con tanti sacrifici avete raggranellato le somme che ci permettono di realizzare tutto questo a servizio dei poveri, un grande grazie. E coloro che sono venuti a Mandabe possono attestare che ciò che generosamente date viene veramente e interamente utilizzato per gli scopi indicati.

Mentre vi scrivo il mio pensiero va a tutti voi amici anziani e malati. Sapete che il Signore accoglie la vostra anzianità e la vostra malattia e la trasforma in grazia per noi tutti. Abbiamo tutti un debito particolare di riconoscenza nei confronti di Angiola Chailly che per tanti anni si è data totalmente alle missioni. E poi il Signore le ha chiesto di continuare ad aiutarci nella povertà dell’anzianità e della malattia. Il calendario che avrete fra le mani ha visto anche per quest’anno la partecipazione del suo cuore e delle sue mani: ancora una volta, Angiola, grazie da tutti noi.

Peraltro Angiola ha chiesto di essere sollevata dalla Presidenza dell’Associazione Progetti Ecar Mandabe, ritenendolo un onere troppo impegnativo nel suo stato attuale. Si è corrisposto a questa sua richiesta e, quale riconoscimento dell’opera da lei svolta nell’ambito dell’Associazione, le è stato attribuito il titolo di Presidente onorario.

Si è quindi provveduto ad un aggiornamento del direttivo dell’Associazione, secondo quanto previsto dallo statuto. All’amico Carlo Rivolta è stato chiesto di assumere la Presidenza. Al di là dei titoli, sappiamo che si tratta di dedizione e di disponibilità a tutta prova, coperta da somma discrezione. E’ per questo che diciamo a Carlo già fin d’ora il nostro grazie ed assicuriamo la nostra collaborazione. A ricoprire la posizione di consigliere, resasi vacante dalla decisione di Angiola, è stata chiamata la socia Claudia Rossi, alla quale chiediamo di continuare la sua già da tanti anni fattiva e apprezzata collaborazione.

Guardando al futuro, i progetti che mi vengono in mente sono parecchi: ripulitura dei pozzi fatti finora ed esecuzione di nuovi soprattutto nei villaggi sfavoriti; alloggi per gli insegnanti di brousse; risistemazione della casetta vicino alla missione, per renderla utilizzabile dagli insegnanti che vengono dalla brousse e non hanno un posto dove andare quando arrivano a Mandabe; una piccola cappella a Besely; una sala per i corsi di economia domestica per le donne e le ragazze che li frequentano sotto la guida di una delle suore. E anche la chiesa di Mandabe è in attesa di qualcuno che ci aiuti a risistemarla e a renderla davvero “casa di Dio fra gli uomini”. Non abbiamo progetti grandiosi , ma si vorrebbe allargarla ed alzarla (in questa stagione, con queste alte temperature, è un vero “ forno”!). Vorremmo anche un po’abbellirla, magari riprendendo qualche simbologia di questa cultura.

Ma al di là di quello che facciamo, credo che il dono più prezioso che diamo a questa nostra gente sia la conoscenza, l’apprezzamento e la valorizzazione della loro cultura, che è il fondamento del loro modo di vivere.

Ricorderemo prossimamente i dieci anni di inizio di questa missione che abbiamo creato insieme: sarà l’occasione di ringraziare il Signore per il bene che ha voluto a questi nostri fratelli e a noi.

Mentre aspettiamo le piogge che speriamo abbondanti, ci saranno come sempre da preparare i terreni da coltivare: quelli della missione, degli insegnanti e dei genitori dei ragazzi che frequentano le scuole. Si continua fra l’altro a distribuire le sementi per il riso pluviale, per le arachidi e i semi di artemisia annua che combatte la malaria. Piccole cose, è vero, ma che possono aiutare i più volonterosi a cambiare…in meglio.

Con voi tutti prego e ricordo i nostri morti…che sono ben vivi, nel Signore.

A tutti i più cari auguri per un Santo Natale, uniti al mio quotidiano e riconoscente ricordo.

Un abbraccio,




don Riccardo