Il cammino della speranza
Il cammino della speranza
Un vescovo in un campo di concentramento che guarda di continuo fuori!… e poi, un giorno, un bambino di 7 – 10 anni che passa lì vicino gli sorride. Lui lo chiama e gli chiede di passare spesso perché ha qualche cosa da affidargli.
Il vescovo ha un’idea: sarà lui, il bambino a fare il postino. E così ogni giorno sul retro del calendario appeso nel camerone il vescovo scriverà i suoi pensieri, e il ragazzo-postino, clandestinamente li recapiterà a qualcuno fuori dal campo di concentramento.
Poi, questi fogli prendono la via del mare con i boat-people e raggiungono migliaia di lettori.
Le mani che li hanno scritti, erano le stesse mani che nottetempo ricevevano qualche goccia di vino e un po’ d’acqua ed offrivano la messa incessantemente e …clandestinamente.
Sono pensieri scritti col sangue.
Adesso questi pensieri raggiungono anche te.
Il vescovo è François-Xavier Nguyen Van Thuân, che oramai vede il Signore nella gloria e che fra non molto speriamo di vedere santo; lui cosi schivo e semplice, lui che insegnava alle sue guardie i canti in gregoriano e sentiva anche loro come suoi amici oggi dice anche a te i suoi segreti più belli e profondi.
Premessa
- Sui cammini della vita terrena tutto è un cammino della speranza: “Hai mai visto le gocce di pioggia che cadono fitte in un pomeriggio invernale? Altrettanto numerose sono le persone che entrano ogni giorno nell’eternità e quasi nessuno se ne accorge. Un giorno tu stesso sarai una di queste gocce”.
- Nel vortice della vita di oggi fai silenzio dentro di te e medita questi pensieri.
1. La partenza
- Il segreto di questo cammino prevede tre stadi: partenza [rinunciare a se stessi], il dovere [prendi ogni giorno la tua croce], la perseveranza [seguimi].
- Se tu parti per andare in un posto distante migliaia di chilometri e porti ancora con te tutte le tue cattive abitudini e l’uomo vecchio del peccato, a che ti serve?
- Devi perdere per poter guadagnare, morire per poter vivere, lasciare tutto per poter trovare il Signore. I Magi affrontarono i pericoli e il ridicolo. San Francesco Saverio rinunciò a tutto ciò che possedeva e ai piaceri del mondo. Santa Maria Goretti ha sacrificato la vita.
- Il Signore dice: “Io sono la verità”. Non dice che i giornali, la radio, la televisione sono la verità. Quale tipo di verità vuoi perseguire?
2. Il dovere
- Ci sono persone che non portano né la loro croce né quella di alcun altro, e trovano la loro croce troppo pesante. Altri invece sono ansiosi di prendersi sulle spalle la croce altrui, ma rifiutano di portare la propria o la rifilano agli altri.
- Il dovere è il tuo passaporto per il cielo: ‘chi fa la volontà del padre mio che è nei cieli, questi entrerà nel regno dei cieli’
- Il tuo ultimo dovere sarà la morte e tu dovrai accettarla volentieri e con amore.
- Il problema è molto semplice. Prima di fare qualunque cosa dovresti pensare: “Signore, che cosa devo fare?” Fai la volontà di Dio!
- “Signore, tu vuoi che piova?lo desidero anche io. Vuoi che ci sia il sole? Lo voglio anche io. Vuoi che le cose siano piacevoli? Lo voglio anche io. Le avversità? Le voglio anche io”. Aderire pienamente alla volontà di Dio: questo è il segreto della felicità.
3. La perseveranza
- Essere coraggiosi non comporta né avventurismi campati in aria né atteggiamenti temerari. Se vuoi arrivare fino in fondo a questo cammino della speranza, devi liberarti dalla paura. Quante persone rimasero vicine al signore ai piedi della croce?
- Finora non avete chiesto nulla in mio nome, chiedete ed otterrete.
- Non lasciarti scoraggiare dai fallimenti. Se hai cercato di fare la volontà di Dio, ogni fallimento può essere un successo ai suoi occhi, perché questo è il modo che Dio ha scelto. Guarda all’esempio di Gesù sulla croce.
- I risultati e il successo sono due cose diverse. Possono mancare i segni esteriori del successo ma esserci invece una crescita nell’esperienza, nell’umiltà, una crescita nella tua fede in Dio; è questo il successo dal punto di vista soprannaturale.
- Sperate in Dio e non sarete delusi.
- Procedi con lealtà lungo la tua strada. Pietro non tradì il Signore né lo accusò ma non lo sostenne nemmeno con una parola. “non conosco quell’uomo” disse, cercando di cavarsela e non essere coinvolto nell’incidente. Pietro, perduta la speranza nel Signore come Via, lo abbandonò.
- Tu tremi dalla paura, inciampi e cadi, incontri difficoltà, incomprensioni, critiche, disonore, perfino una condanna a morte. Perché ti dimentichi del vangelo? Il Signore Gesù ha già patito tutto ciò. Ma se continui a seguirlo, anche tu avrai la tua Pasqua.
- La perseveranza è la caratteristica dei santi, perché “chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvo”.
- Il corpo del figlio della vedova di Naim veniva trasportato alla sepoltura e il corpo di Lazzaro morto puzzava già nella tomba ma il Signore potè ancora richiamarli in vita ambedue. Spera e pentiti umilmente dei tuoi peccati: il Signore risusciterà anche te.
4. La vocazione
- Gli uomini di questo mondo non possono capire perché noi seguiamo la chiamata del signore. Pensano che siamo pazzi. Anche Gesù fu considerato pazzo da Erode e noi siamo fieri di condividere questa divina follia.
- Il Signore ti dice ‘ vai e predica il vangelo’. Egli non prepara un orario e non traccia un programma. Lascia a te l’iniziativa e l’impegno di superare le difficoltà: basta che porti al mondo il vangelo.
- Come mai questo senso di possesso personale di questo o di quel lavoro, e come mai non vuoi lasciare un incarico quando ti chiedono di passare ad altri compiti?ogni lavoro appartiene al signore più di quanto non appartenga a te; è compito suo.
- Il momento più pericoloso per te è quello in cui sei soddisfatto del lavoro apostolico svolto. È questo il momento in cui il demonio concentra tutte le sue forze per coglierti di sorpresa.
5. La vita interiore
- Le tue armi sono la meditazione, il rinnegamento di te stesso, i sacramenti, il rosario e il raccoglimento.
- Tu vuoi dare fuoco al mondo interno con l’amore che il vangelo annuncia; vuoi conquistare i cinque continenti. Ogni istante della tua vita dovrebbe essere un lampo di fuoco, il fuoco del dovere, dell’obbedienza, della pazienza. Questa fiamma dovrà bruciare e risplendere per illuminare il mondo intero.
- Gli uomini hanno paura del silenzio perché si sentono vuoti quando sono soli. Chi vive una vita interiore invece apprezza il silenzio perché nell’intimità di vita con la santissima trinità scopre un mondo nuovo pieno di bellezza, una vita che questo mondo non può dare.
- “Filippo, da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto?”
- “Stai bene?” risponde: “Prendo sei pasti al giorno”. Prendere molti pasti non è necessariamente la stessa cosa che essere in buona salute.
6. La vita soprannaturale
- Quando la folla grida: “Vogliamo libero Barabba!”, Barabba rimane lo stesso un malfattore. Quando essa reclama: “Crocifiggilo!”, il Signore è sempre il figlio di Dio senza peccato.
- Rallegrati del successo, ma ringrazia Dio se qualcun altro ha più successo di te.
- Giovanni e Giacomo vissero a lungo con il Signore, ma egli ebbe ancora motivo di dire loro: “Non sapete di che spirito siete”.
7. La preghiera
- Al primo posto viene la preghiera, poi c’è il sacrificio; al terzo posto c’è l’azione.
- Quando preghi ti metti in comunicazione con Dio, come una lampadina che risplende perché è collegata ad un generatore di corrente.
- Se vuoi giudicare l’azione apostolica di una persona, osserva la sua preghiera.
- Chi può descrivere il potere della preghiera? Essa dovrebbe essere fervente come la preghiera di Maria e degli apostoli nel cenacolo, piena di abbandono come quella di Gesù nell’orto degli ulivi, risoluta come quella di Mosè quando teneva sollevate le braccia sulla montagna e fiduciosa nel perdono come la preghiera del buon ladrone.
- Dopo la preghiera ufficiale della chiesa, le preghiere dei bambini e dei malati sono le più gradite a Dio.
- Soprattutto le anime consacrate dovrebbero dichiarare sulla loro carta d’identità: ‘professione: preghiera’.
8. Il sacrificio
- Di fronte ad uno che ti importuna sono possibili questi due atteggiamenti: puoi dire “ quest’uomo mi fa torto” oppure “quest’uomo mi da occasione di farmi santo”.
- Tutti direbbero: “Quest’uomo è per me una vera disgrazia!”, ma tu puoi dire “quest’uomo è lo strumento che Dio usa per la mia conversione”.
- Cerca di essere allegro e gioviale con qualcuno che ti prende in giro e cerca di farti adirare; taci di fronte a false e ingiuste accuse.
- Chi ama veramente si sacrifica di continuo ma non lo dice mai.
- Se non fai sacrifici esteriori, nessuno crederà che tu pratichi sacrifici interiori. La mortificazione dei sensi è molto importante.
- Il Signore spesso manda delle croci a coloro che ama. Ma le persone che si lasciano amare in questo modo sono poche, perché pochi sono coloro che accettano il sacrificio.
- Ci sono persone molto povere che tuttavia sotto i vestiti logori nascondono cuori da eroi.
10. La fortezza
- Rifuggi dalle discussioni violente, perché fanno perdere la giusta prospettiva. La passione è come una nuvola che oscura la luce della sapienza di Dio.
- Scontrarsi con gli altri fa parte della vita normale. Una vita sociale che non presenti conflitti sarebbe simile a quella del paradiso. E’ con l’attrito che una pietra può divenire più liscia, più rotonda, più pulita, più bella.
- Che la tua vita non diventi un cimitero di progetti non realizzati.
- Le persone superficiali sono come dei burattini che danzano ma che in realtà sono immobili e inutili.
- Tutte le piccole cose che fai sono ugualmente importanti; non disprezzarle. Se riuscirai a vincerti nelle piccole cose, potrai con questo mezzo rendere la tua volontà solida come la roccia e diverrai padrone di te stesso.
- Tempo ed energia appartengono a Dio. Perche sprecarli nel contrastare gli ostacoli incontrati lungo la strada? L’oceano è pieno di onde, ma la nave continua il suo viaggio e scivola sull’acqua … ignorandole.
11. La presenza di Dio
- “Dove è Dio?”. “Dio è in cielo”. Quando noi insegniamo ai bambini a rispondere così omettiamo però qualcosa; dovremmo aggiungere: “Dio vive in me”. Questa risposta è molto più esatta e procurerà loro una felicità più grande e un rapporto più intenso con Dio.
- Il saluto dell’angelo: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te!” e il saluto della Chiesa: “Il Signore sia con voi” non sono per te pieni di significato tale da cambiare la tua vita?
- Vivi accanto a Dio e diverrai santo perché il paradiso non è altro che la presenza di Dio.
- Qualunque sia la tua casa, un bel palazzo o una catapecchia, rendila una dimora d’amore; allora essa diverrà un paradiso perché ci sarà Dio.
12. La Chiesa
- Ci sono stati attacchi dall’interno e dall’esterno. In molti periodi la chiesa si è trovata in condizioni disperate. Tuttavia essa è ancora salda perché è la chiesa di Dio, non un’istituzione puramente umana.
- Molte persone oggi criticano l’organizzazione della curia romana. Sono d’accordo con loro: la curia romana non è perfetta; ma vorrei considerassero se il governo del loro paese va meglio. Inoltre bisogna distinguere tra la curia che è solo un organismo umano della Chiesa e la chiesa stessa, il corpo mistico di Cristo.
- Quasi sempre le persone sono indotte a tradire la Chiesa da una di queste tre circostanze: quando sono coinvolti in problemi finanziari o sentimentali, quando le loro ambizioni sono contrastate; quando sono minacciati da qualche tipo di sofferenza o addirittura dalla morte.
- La Chiesa è un miracolo continuo.
- “chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me, chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato”. Per tutta la vita tieni impresso nel cuore questo ammonimento: rispetta sempre le persone che rappresentano la chiesa, i sacramenti, gli insegnamenti della Chiesa, la sua liturgia e Dio ti benedirà.
- La Chiesa appartiene a vecchi e a giovani. Appartiene a intellettuali e a lavoratori. A ricchi e a poveri. La Chiesa appartiene alla razza gialla ai neri e ai bianchi. Appartiene alle donne e agli uomini perché la Chiesa è universale. Essa accoglie tutti senza distinzione. Nella Chiesa non c’è posto per discriminazioni e divisioni.
14. L’apostolato
- Essere apostolo significa essere come gli apostoli; se vuoi esserlo devi meditare sugli atti degli apostoli e cercare di capirli sempre meglio.
- Lavora con tutto il cuore e con tutta l’anima. Sii pronto a collaborare con tutti e a condividere il lavoro con altri che possono essere meno capaci di te. Non monopolizzare tutto come se senza di te non si potesse fare nulla.
- Questo lavoro è di Dio o mio? Lo sta facendo Dio o lo faccio io?
- Nessuno può monopolizzare l’opera di Dio nell’apostolato. Quando gli apostoli si lamentarono con Gesù: “Maestro, abbiamo un tale che scacciava i demoni nel tuo nome e gliel’abbiamo proibito, perché non era dei nostri”, ma il Signore disse loro: “Chi non è contro di noi è per noi”.
- “Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti … ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene”.
- Non ci sono due santi uguali, come non ci sono due stelle uguali nel cielo. Ma i santi sono tutti uguali in una cosa: essi riflettono in qualche aspetto la vita di Dio.
- Non sentirti a disagio per il tuo rango o per il rango di altri. Lavori per Dio o per la tua carriera?
- Sei triste perché hai perso la tua posizione o perché non sei al posto che meriti. Perché ragioni in termini di perdite e di profitti come si usa fare nel commercio?
- Un vero apostolo rispetta i suoi superiori anche quando potrebbe dimostrare che un ordine è sbagliato. Alla presenza degli altri egli tratta sempre il superiore con rispetto. La disobbedienza e la doppiezza non hanno scusanti.
- Viene la notte ed è buio pesto; tutti scoprono la verità: le tue lampadine possono decorare ma non illuminare.
- C’è poi il contatto personale: “Non ci ardeva forse il cuore in petto, mentre per strada ci parlava e ci spiegava le scritture?” Perché non considero ogni incontro come un mezzo di apostolato?
- Perché pensi che la corrispondenza non sia un lavoro di apostolato? Quando Paolo era in prigione, non aveva alcun mezzo di comunicazione, ma scrisse lo stesso delle lettere alle chiese. Ciascuna di esse le avrebbe poi copiate e trasmesse ad altre comunità. In questo modo Paolo restò saldo nella fede e accrebbe la fede della chiesa nascente.
- Le donne sono apostoli di primo ordine: guarda Maria e Salomè che seguirono e aiutarono il Signore. Anche san Paolo ci ricorda molte donne apostolo: “Salutate Trifena e Trifosa, che hanno lavorato così bene per il Signore”.
- Fin dai primi tempi ci sono stati dei fanciulli pieni di coraggio che sono stati apostoli: Tarcisio portò Gesù-Eucarestia a moltissime persone. Ricorda le parole del Signore: “Lasciate che i fanciulli vengano a me e non glielo impedite”.
- Salutate Prisca e Aquila miei cooperatori in Gesù Cristo, i quali per la mia vita hanno rischiato la loro testa, e adesso non io soltanto sono grato ma tutte le chiese dei gentili.
- Il segreto dell’apostolato dei nostri giorni è l’apostolato dei laici!
- Se in ogni parrocchia ti impegnassi a formare anche solo cinque autentici apostoli laici, sarebbe assicurato un fedele servizio anche ai tuoi successori per trenta o quarant’anni.
- Guarda con attenzione agli istituti secolari: costituiscono le nuove soluzioni per i problemi di un’epoca nuova. Essi sono la grazia sociale concessa ai nostri tempi per far progredire molti laici nella vita spirituale. I Papi hanno previsto questi sviluppi decenni prima che si manifestassero.
- L’apostolato dei tempi odierni è: in mezzo al mondo, senza essere del mondo ma vivente per il mondo, con l’uso dei mezzi che sono nel mondo.
- Come membra del Corpo mistico, siamo la mente per pensare, gli occhi per vedere la realtà del mondo, le orecchie per udire lamenti e richieste, le spalle per sorreggere, le braccia per soccorrere, i piedi per andare da chi soffre, il cuore per portare compassione e amore a quelli che sono in mezzo agli affanni, la bocca per pronunciare parole di amore e di consolazione. È attraverso i suoi apostoli che la Chiesa è presente oggi nel mondo.
- Si danno per scontati il sale del mare, la luce del sole, l’aria che respiriamo, ma senza di essi l’intero universo morirebbe all’istante. Chi presta attenzione alle forze della natura che operano attorno a noi? Ma se si fermassero, anche noi saremmo spazzati via.
15. L’Eucarestia
- Hai mai conosciuto qualcuno che sia diventato più povero di altri soltanto perché ha passato troppo tempo ad ascoltare la Messa?
- Se mi chiedi: “In quale modo possiamo piacere di più a Dio?” la risposta è “partecipa alla Messa”. Non c’è preghiera, riunione, cerimonia paragonabile alla preghiera e al sacrificio del Signore sulla croce.
- Ogni volta che offri la Messa, hai l’opportunità di stendere le mani e inchiodarti sulla croce con Gesù, di bere con lui il calice amaro. Alla Messa non c’è posto per gli spettatori.
- Una lampada senza olio non fa luce. Un’automobile senza benzina non va. L’anima di un apostolo perderà vigore se non riceve la Santa Eucarestia: “Se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.”
- Ogni volta che distribuisci l’Eucarestia alla gente, ricorda a te stesso che, con Cristo, stai dando anche tutta la tua vita, il tuo tempo, le tue energie, i tuoi talenti, i tuoi averi; cioè la stessa carne e il tuo stesso sangue uniti al corpo e al sangue del Signore, per essere nutrimento per ogni persona senza distinzione.
- Ogni giorno recitando o ascoltando le parole della consacrazione, conferma con tutto il cuore e con tutta l’anima un nuovo patto, un patto eterno fra te e il Signore Gesù Cristo, mediante il suo sangue mescolato al tuo.
- Bianco, oro, rosso, verde, viola, nero: i colori delle vesti possono variare, ma la santa Messa resta una e sempre la stessa. Tu commemori molti avvenimenti: di gioia, di speranza, di martirio, di lutto, ma ogni volta e dovunque tu lo faccia offriti “per lui con lui e in lui”.
- Quando in tempi normali indossi l’abito talare, simbolo della carità che è in te, dai testimonianza della presenza di Dio nel mondo. Ma ora che questo abito ti è proibito e tu passi senza distinguerti dagli altri come potrai testimoniare il Signore? Non temere, anche se sei costretto a cambiare abito o metodi sarai riconosciuto come discepolo di Cristo se amerai il tuo prossimo. D’altra parte se non ami veramente o se hai cattive disposizioni, non ha alcuna importanza se indossi l’abito talare o se ti esprimi bene: non convincerai nessuno.
- Evita i due estremi: cioè il temere che il Signore sia senza dimora o il rifiuto di costruire nuove chiese. Rallegrati: Dio non esige condizioni materiali privilegiate; esse sono solo frutto di invenzione da parte di menti ristrette.
- Non pensare che la tua vita consacrata abbia perso di significato perché non vivi più in comunità, perché non puoi più compiere opere di carità, di educazione o di assistenza ai bisognosi. Che cosa fece il Signore sulla croce? Che cosa fa nel tabernacolo? È presente, prega e si sacrifica. Come puoi dire che ciò non ha significato. È stato proprio sulla croce che il Signore ha redento l’umanità.
- Se ti sono proibiti mass media, scuole, radio, televisione, discorsi in pubblico, grandi chiese non lamentarti che ti mancano i mezzi per portare il Signore nel mondo. Stai tranquillo: se Dio permette che tu sia privato di tutto, nulla è indispensabile per il suo lavoro. Dovunque puoi seguire l’esempio di Maria per rendere presente Dio. Ricorda Maria, madre nostra!
- La chiesa ci esorta a celebrare la cerimonia della professione religiosa durante la messa per ricordare ai religiosi che offrono la loro vita a Dio in unione al sacrificio dell’altare. Durante ogni Messa, rinnova i tuoi voti, con tutto il cuore e tutto il significato di: “Un nuovo ed eterno patto”.
- Tutte le chiese sulla faccia della terra potrebbero essere distrutte; ma dovunque sopravviva ancora un sacerdote possiamo avere la Messa, possiamo avere ancora l’Eucarestia. Si potranno anche eliminare tutti i sacerdoti, ma ogni volta che due o tre si riuniranno nel nome del Signore, egli sarà in mezzo a loro.
16. L’obbedienza
- hai fatto il voto di obbedire ai tuoi superiori o hai fatto il voto che i tuoi superiori obbediscano a te?
- La disciplina costituisce la forza di un esercito. L’obbedienza rende forte e coraggioso l’apostolo.
- Si può capire la santità di una persona da come obbedisce prontamente e con gioia.
- Il divino salvatore portò una vera rivoluzione; milioni e milioni di persone hanno seguito lui, il cui motto è: “Obbediente fino alla morte”.
- Ci sono persone che si sottomettono, ma senza obbedire, altri eseguono gli ordini senza però rinunciare al loro giudizio; altri ancora si sottometto ed obbediscono perché apprezzano il loro superiore; ma tu obbedisci senza riserve, completamente, per amore di Dio.
- Se il tuo superiore ti chiede di eseguire un difficile compito, compilo come meglio puoi e abbi fiducia. Che cosa c’è di più difficile che conquistare il mondo “ a mani nude”, come ha fatto il Signore? Gli apostoli obbedirono e riuscirono nel loro compito. Questo miracolo continua ogni giorno: abbi fiducia!
- Non pretendere che il tuo superiore sia esemplare; proprio come non si esige che un medico sia per forza sano. Certo, una condotta esemplare suscita rispetto, ma obbedire in tali circostanze è piuttosto un seguire i tuoi sentimenti che praticare la virtù dell’obbedienza.
- Se tu compissi opere gigantesche, ma non obbedissi, non potresti piacere a Dio. Per Dio ha valore solo il tuo cuore: non ha bisogno della tua opera. Egli ha creato l’intero universo senza il tuo aiuto.
- Eseguire gli ordini e continuare a lottare interiormente contro di essi è orgoglio non obbedienza.
- Obbedisci in silenzio: la verità ti farà libero. Far silenzio per cinque anni, dieci anni, per tutta la vita. Far silenzio nel momento della morte. Dio ti conosce e questo basta, e nell’ultimo giorno sarai conosciuto da tutta l’umanità.
17. La povertà
- Se non vuoi farti soffocare dai tuoi averi, non portarli sulla testa o vicino al cuore, mettili sotto i piedi, saranno per te uno sgabello su cui salire.
- “sii povero relativamente al luogo in cui abiti, nei vestiti che indossi, nel cibo che mangi, nelle cose che usi, nel lavoro che fai”.
- Se guardi tutto ciò che ti manca, pensi di essere la persona più miserabile del mondo.
- Anche se non possiedi niente ma sei avido nel desiderare, non hai la virtù della povertà. Invece se, pur possedendo dei beni, sei distaccato da essi, sei veramente povero in spirito.
- Non essere generoso con i beni degli altri; non essere spilorcio con i beni tuoi; non sperperare i beni che appartengono alla comunità.
- Il mondo potrebbe non accorgersi della tua obbedienza, e della tua castità, ma riconosce facilmente se sei un testimone della povertà.
- “ oh Signore, fa che io sia povero come te”. Quanto spesso chiediamo il contrario!
- L’espressione: “ la Chiesa dei poveri” non significa che noi vogliamo che le persone restino povere, ma piuttosto che ci sforzeremo di elevare il loro livello di vita sotto ogni aspetto.
18. La castità
- Molte persone sembrano puri angeli di castità, ma sono in realtà dei demoni di invidia.
- Dio concede il dono della castità solo a chi è umile. Prega ogni giorno con cuore semplice e sincero riconoscendo apertamente la tua debolezza.
- L’orgoglioso prima o poi cade seriamente, perché confida sulle sue forze piuttosto che in Dio, così egli lo abbandonerà.
- Senza la virtù della carità, la castità non ha significato. Perché conservi la tua castità? Perché sei egoista e non puoi sopportare nessun altro? O perché nessuno potrebbe amarti? Oppure perché desideri conservare tutto intero il cuore per amare Dio e per amare il prossimo in modo più completo?solo l’ultima ragione è quella giusta.
- Ho incontrato molte persone, nei più diversi ambienti, e nei più diversi paesi, che vivono la loro castità nella gioia. I loro comune segreto: una vita di preghiera.
- Certi sacerdoti e religiosi adducono varie ragioni per giustificare la loro rinuncia al celibato, ma nella maggior parte dei casi sono stati spinti a lasciarlo quando si sono fatti prendere nelle reti dell’affettività e perché da tempo avevano abbandonato la preghiera.
- Il mangiare e il bere in eccesso aprono la porta al demonio dell’impurità.
- Senza castità, il tuo apostolato è una frode: “Là, dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”.
- “La carne è debole”. E lo rimane qualunque siano gli abiti di cui la rivesti.
- Il demonio dell’impurità teme solo il digiuno e la preghiera. Li hai già messi in pratica?
- Guai a te quando rifiuti i consigli degli altri e ti dai da te stesso “ certificato di condotta casta di prima classe!”.
- Non disprezzare mai il tuo prossimo che può essere caduto. Se hai resistito finora, lo devi alla grazia di Dio.
- Ho completa fiducia nel Signore vedendo come ha perdonato e difeso i peccatori: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra” e: “Neppure io ti condanno. Va e d’ora in poi non peccare più”. “Le sono perdonati i suoi molti peccati perché molto ha amato”.
19. La famiglia
- La felicità di una persona non deriva dalla ricchezza o dalla posizione sociale ma dall’amore che sostanzia tutta la vita.
- Per la formazione dei sacerdoti c’è il seminario, per la preparazione alla vita religiosa c’è il noviziato, per la preparazione all’insegnamento ci sono le varie facoltà, ma per la preparazione ad essere genitori che cosa abbiamo? Assolutamente nulla!
- Rifletti sulle Nozze di Cana. All’inizio gli ospiti si preoccuparono solo del loro amore e di far festa e allegria, ma durante il convito il vino finì e non rimase che l’acqua. Anche i novelli sposi si accorgono ben presto che i mezzi di cui dispongono sono limitati e il loro amore si affievolisce.
- Quando sei giovane, vai dove vuoi; ma da adulto forse qualcun altro ti terrà per mano, molti altri, molte piccole mani si aggrapperanno a te per portarti dove non vorresti andare, dove non oseresti andare, dove non avresti mai creduto di avere la forza di andare; ma l’amore è capace di aiutarti a fare ogni cosa.
- L’unico modo per favorire un cambiamento nella vita del proprio partner è di accettarlo con quell’amore degli inizi. Il cambiamento avviene solo quando uno sa e sente di essere amato.
- C’è la spiacevole abitudine di giudicare tutti secondo il loro passato. Ma c’è anche l’intuizione generata dall’amore che prevede quanto le persone possano cambiare in meglio.
- Riformando la famiglia, si riforma la Chiesa.
- La famiglia cristiana esercita il suo apostolato attraverso l’ospitalità. Spalancate le vostre case e nello stesso tempo spalancate i vostri cuori. Una vera casa non può mancare di avere degli ospiti. L’ospitalità è il modo più adatto, più naturale, per rendere testimonianza del vostro amore, della vostra unione, della vostra gioia e felicità, della vostra apertura agli altri. L’arte dell’ospitalità può così diventare l’apostolato dell’ospitalità. Vivete in modo tale che ognuno di quelli che visitano la vostra famiglia desideri vivere come voi.
- Nel suo cinquantesimo compleanno papa Giovanni XXIII scrisse una lettera ai genitori nella quale diceva:”Cari mamma e papà, oggi sono arrivato ai cinquant’anni. Dio per la sua infinita bontà mi ha affidato molti incarichi nella chiesa, sono stato in tanti posti, ho studiato tanto, ma nessuna scuola mi ha dato un insegnamento più grande o è stata più benefica di quella che ho ricevuto quando vi sedevo in grembo”.
20. L’umiltà
- Quando abbassi te stesso, non è detto che la tua umiltà sia certa. Neppure quando lasci che gli altri ti sottovalutino sei veramente umile. Ma quando tu accetti di essere umiliato dagli altri per amore di Dio, allora sei veramente umile.
- Solo coloro che sono veramente umili troveranno pace e felicità, come ci ha insegnato il Signore: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore; e troverete il riposo delle anime vostre”.
- Durante la sua vita sembra che il Signore amasse specialmente gli umili. Egli ha ignorato completamente i loro peccati e non li ha mai ricordati loro: Pietro, Maria Maddalena, Simone il lebbroso e Zaccheo. Il Signore si è autoinvitato nelle loro case e ha accettato di essere chiamato amico dei pubblicani e dei peccatori.
21. La discrezione (prudenza)
- Gesù è la parola di Dio. Ma per adempiere la missione che il Padre gli ha affidato, restò in silenzio per trenta di quei trentatré anni vissuti sulla terra, specialmente durante la Passione.
- Ogni volta che sei tentato di vantarti della tua abilità, ogni volta che sei provocato a litigare, o che stai per adirarti, serba il silenzio. Soprattutto, serba il silenzio! Per quanto tu possa essere saggio, finiresti per dire cose più offensive di quanto avresti voluto.
22. La gioia
- La santità non ha l’aspetto triste, sofferente e afflitto. Il santo è sempre gioioso, felice, contento perché possiede Dio e il suo regno.
- Dovresti essere sempre gioioso. Il cammino della speranza non ammette pellegrini tristi. Il cammino della speranza non può portarti che la gioia.
- Ringrazia Dio dei successi e, con cuore gioioso, ringrazialo ugualmente dei fallimenti perché Dio vuole provarti per vedere se lavori per lui o per volontà tua. La gioia e il coraggio sono più difficili nel momento del fallimento che in tempi fortunati. Coloro che ne sono capaci sono veramente degli eroi che puoi contare sulle dita di una mano.
- Non hai denaro? Non hai nulla da regalare? Che importa! Dimentichi che hai il dono della felicità da dare agli altri, il dono della pace che questo mondo non può dare, il tuo tesoro di gioia che non ha confini?
23. La sapienza
- La parola della croce, infatti, è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio.
- Il mondo viene cambiato non solo dalle azioni ma anche dalle idee, perché sono le idee che guidano le azioni.
- Abbi fiducia e segui l’esempio di san Paolo: “Anch’io o fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni, infatti, di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso”.
24. Lo studio
- Se vuoi progredire rapidamente e sicuramente sul cammino della speranza, devi studiare.
- Il tempo dello studio è un tempo di preghiera.
- Studia per capire. Studia per rinnovare. Studia per servire. Studia per amare.
- È certo una bellissima cosa sacrificarsi per il proprio lavoro, consacrarsi a tutto ciò che riguarda la cultura. Servire la causa della scienza; ma ricorda che questi sono solo un mezzo, non un fine.
- Visti dall’aereo, le case, il traffico, la gente e gli animali ti apparirebbero come giocattoli. Se salissi sulla luna, vedresti come è minuscola la terra. Più salirai la scala della conoscenza, più diventerai umile e maggiormente sentirai il bisogno di studiare.
- Se avessi imparato a memoria anche un solo pensiero ogni giorno o se avessi letto anche solo un libro al mese, a quest’ora avresti fatto grandi progressi. Se finora non l’hai fatto, comincia subito oggi.
- Si riesce a capire una verità solo quando si cerca di studiarla. Ma la si comprende ancora meglio quando si cerca di difenderla.
25. Lo sviluppo
- Non contentarti di aiutare la gente. Evita di fare ciò che è più facile cioè “dare”. Dio ti chiede di fare qualcosa di più difficile: ti chiede di aiutare gli altri in modo che possano aiutarsi da sé ed essere pronti, a loro volta, ad aiutare gli altri.
- Lascia che gli altri progrediscano, cedi a loro il tuo posto. Chiedi loro di più di quello che dai. Insegna loro come aiutare gli altri. Non conservare gelosamente il ruolo di benefattore, ma fatti prossimo a tutti e servo a tutti.
- Qualunque sia il beneficio che procuri ai tuoi fratelli non lasciare che divengano degli esseri passivi. Se ciò dovesse avvenire, non avresti certo promosso il loro sviluppo.
- La tragedia dei poveri sta non solo nella loro miseria, ma anche nel fatto che essi non possono vivere in modo degno di essere umani.
- “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa cosa fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho udito dal Padre mio”.
- Il più grande dono che puoi fare a chi lavora per te non è un bel vestito, un bel paio di scarpe o un prezioso orologio, ma è il dono dell’umanità, della fraternità, che il tuo comportamento manifesterà loro silenziosamente, attraverso tutti i piccoli gesti che accompagnano la tua giornata.
- Dio avrebbe potuto scegliere degli automi per cooperare con lui nel suo lavoro; ha invece voluto correre il rischio di scegliersi dei peccatori, degli impulsivi, difficili di carattere.
- “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”.
26. L’impegno
- Alcuni chiudono gli occhi per non guardare, girano il viso per non vedere, si turano le orecchie o si fingono sordi per non sentire. Ma la verità resta la verità. Guarda bene, ascolta con attenzione, impara dalla realtà, impara dagli altri. La realtà è la lezione, il prossimo è il tuo maestro.
- Il Signore ti ha redento; ti ha affidato una missione e ti ha messo in questo secolo, in questo decennio, in questo ambiente. Il Signore ha messo te, non ha buttato lì una pietra. C’è una grande differenza! Non essere un cristiano fantoccio.
- Da molto tempo ti osservo: tu cammini affianco al signore ma non lo vedi, non ti volti verso di lui, non ti confidi con lui, non gli parli, agisci senza di lui. Il tuo cuore non è nella gioia. Ti sei impegnato da solo, senza pensare a Dio. L’hai invitato a ritornarsene nella sua chiesa.
- Non puoi fare tutto ma fai tutto quello che puoi, perché lo fai con fede.
- Quando leggi o ascolti le ultime notizie di attualità, devi guardare al di là del loro aspetto umano e storico e convinciti che “queste sono le notizie dei regni dei cieli”. Poi, dopo che avrai spento la radio o la televisione e avrai chiuso il giornale, pregherai con più fervore.
28. La nuova vita
- Noi chiudiamo molte preghiere con le parole: “Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli amen”. Queste parole portano speranza ai cristiani, ma poiché siamo troppo abituati ad esse, prestiamo scarsa attenzione al loro significato.
- Arrivando in cielo, l’apostolo non porrà certo termine al suo lavoro; egli continuerà a contribuire all’opera di redenzione del mondo.
- In mezzo alle difficoltà, all’oppressione, alle delusioni e alle ingiustizie, resta saldo e proclama con tutto il popolo di Dio: “Ritornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”.
- Dio ti chiama alla santità. Se ti rassegni al purgatorio, hai già tradito il suo amore.
- D’ora in poi, sulle corone di fiori che onorano i defunti, non scrivere più: “Sincere condoglianze”; nei biglietti di condoglianze non scrivere più la parola “defunto”, perché i morti riposano nella speranza della resurrezione. Essi gioiscono nella visione beatifica di Dio.
29. La sofferenza
- Sulla strada che stai percorrendo ci sono fiori profumati e bei paesaggi, ma ci sono anche spine e rovi, tigri e pantere; ci sono amici ma anche nemici. Incontri periodi di pioggia ma anche periodi di canicola. Tutto ciò è inevitabile.
- Dici che gli altri non ti sono grati. Hai fatto loro del bene solo per essere ringraziato?
- Nei periodi di sofferenza ci sono alcune cose da evitare: non chiedere di chi è la colpa, ma ringrazia Dio per questa persona di cui si serve come strumento per santificarti; non cercare la sola consolazione umana. È soprattutto al Signore nel santissimo sacramento e a Maria che devi confidare i tuoi problemi; quando il momento è passato, lascia ogni recriminazione e ogni rancore. Dimentica, non parlare più e canta alleluia!
- L’accettare che la salute ha un limite è prova di coraggio; sapere come conservare la salute è prova di saggezza.
- “Anche se mi dessero mille dollari al giorno per curare questi ammalati, non accetterei l’offerta”, potrebbe dire un medico. Ma la suora dovrebbe dire: “Io non farei questo lavoro neppure se mi pagassero un milione di dollari l’ora, ma per amore di Dio starò qui fino alla morte”.
- Fai il bene, ma non fartene pubblicità.
30. La felicità dei bambini
- Dovresti affidare tutto alle mani di Dio, e poi non temere! Non è difficile! Anche se non sai dove Dio ti conduce, puoi essere sicuro che ti ha riservato cose inaspettate: basta solo che tu creda che Dio è tuo padre.
31. La carità
- Le lamentele sono una contagiosa epidemia, i cui sintomi sono pessimismo, perdita della pace, dubbio e perdita dello zelo che viene dall’essere uniti a Dio.
- Gli altri non hanno tanto bisogno del tuo denaro o del tuo aiuto, quanto hanno bisogno della tua comprensione e del tuo amore.
- Il Signore esortò agli apostoli a indossare solo un’uniforme semplice, ma difficile da trovare. “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete scambievolmente”.
- Nello spazio di pochi secondi chiunque potrebbe sfigurare un dipinto di Raffaello, che ha richiesto all’autore tanto tempo e sforzo per portarlo a termine; ma chi potrebbe fare di nuovo quello che ha fatto Raffaello? Nello stesso modo, la reputazione di una persona, può essere compromessa per sempre.
- Ci sono tanti tipi di carità: c’è il tipo rumoroso: questa è la carità che va strombazzando le proprie opere buone; c’è la carità che reclama crediti per qualsiasi cosa faccia per gli altri: è la carità della banca; c’è la carità degli aiuti alimentari: è la carità dello zoo; c’è la carità che guarda dall’alto in basso chi la riceve: è la carità del patronato; c’è la carità del seguire la tua opinione: è la carità del dittatore; c’è la carità dell’esibizionista: è la carità della frode.
- Una persona bacchettona, senza volerlo, crea spesso nella sua comunità molti martiri.
- Devi essere un dono nelle mani di Dio, pronto a essere donato a tutti senza distinzioni. Questo è un dono che tutti amerebbero e vorrebbero.
- Il più grande errore è non accorgersi che gli altri sono Cristo. Ci sono molte persone che non lo scopriranno che nell’ultimo giorno.
- Perché ogni giorno istituisci un tribunale e costringi il tuo prossimo a sfilare davanti ad esso uno per volta? Perché ti vedo sempre al posto del giudice e mai nella gabbia dell’imputato?
- Sostituisci il tuo sorriso da diplomatico con quello sincero del cristiano.
- Perché incidi sulla roccia le mancanze degli altri, mentre invece scrivi i tuoi peccati sulla sabbia?
- Un tempo la vita spirituale consisteva nel digiuno, nell’alzarsi presto al mattino, nello stare alzati fino a tardi la notte, nel condurre una vita di silenzio. Oggi la vita spirituale consiste nel vivere in una comunità, nel riunirsi per incontri, nello scambiarsi rispettive opinioni, nel lavorare insieme.
- Ogni sera, prima di andare a letto, dovresti poter dire: “Oggi ho amato tutto il giorno”.
- Prendi un foglio di carta e con calma annota le buone qualità di coloro che ti danno fastidio e troverai che queste persone non sono così del tutto negative come avevi pensato prima.
- Perché ti lamenti se le persone sono ingrate? Pensi che il tuo lavoro resti senza ricompensa o aspetti che Dio ti ringrazi? “Ogni volta che avete fatto questo al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”.
32. La vita quotidiana
- Non esiste un lavoro da poco; esiste solo un cuore da poco.
- Quando guardi un albero centenario, non dimenticare che è nato cento anni fa da un piccolo seme.
33. La responsabilità del comando
- Il responsabile è uno che serve; serve Dio e serve coloro che guida; è al servizio di tutti. Il capo è uno che vuole servire.
- La caratteristica di un responsabile geniale è che sa come reclutare i suoi collaboratori: li cerca, li scopre, sa accoglierli, sa sceglierli, se li forma, dà loro fiducia, li fa lavorare, li ama. Non esiste un capo ideale come pure non esiste un collaboratore ideale.
34. L’esame di coscienza
- Il pentimento e il proposito di migliorare non dovrebbero essere simili alla rappresentazione di un’opera cinese, durante la quale piangi con dolore perché questo è il tuo ruolo richiesto dal copione, ma quando il dramma volge alla fine e si chiude il sipario torni ad essere te stesso.
- Temi che le persone furbe ti prendano in giro ritenendoti ingenuo? Quando Teresa d’Avila, Francesco d’Assisi, Giuseppe Cottolengo e Giovanni Bosco erano in vita, molte persone li ritenevano matti, ma oggi questi matti sono onorati come santi. Confida in Dio e continua a tendere verso la tua meta nella fede.
- I mezzi di cui disponi sono gli stessi che ebbero gli apostoli. L’Eucarestia: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Lo Spirito Santo: “Egli vi darà un altro consolatore perché rimanga con voi sempre”. Maria, nostra madre: “Ecco tua madre”. Il Vangelo: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Gesù ti ha dato tutto questo. Perché lo consideri così poco? Può il mondo offrire qualcosa di paragonabile ad esso?
36. La speranza
- La persona che spera è una persona di preghiera. L’oggetto della speranza è anche oggetto della preghiera. La persona che spera è un collaboratore di Dio. Dio lo chiama per completare il suo lavoro di creazione e di redenzione.
- Anche se cadi per debolezza, non darti per vinto. Chiedi perdono a Dio e affrettati a proseguire. Negli incontri di boxe, i pugili spesso ricevono colpi e riportano ferite; ma si rialzano in piedi, riprendono speranza e alla fine ottengono il titolo di campioni.
- Riesci a immaginare un cristiano che non sia ansioso di portare nel mondo una forte corrente di speranza?
- Non perdere la speranza a causa della mancanza di mezzi. Come ha detto un cardinale della Curia: “Utilizziamo gli stessi mezzi degli apostoli: essi predicavano e scrivevano lettere e con questi mezzi conquistarono il mondo. Non avevano macchine di nessun genere”. Temo solo che tu possa essere più tecnico, nel tuo modo di vedere, che apostolo!
- Indossa una sola uniforme e parla un solo linguaggio: la carità. La carità è il segno che tu sei un discepolo del Signore. È il distintivo meno costoso, ma il più difficile da trovare. La carità è la lingua principale. San Paolo la riteneva molto più preziosa del parlare le lingue degli uomini e degli angeli. Sarà la sola lingua che sopravviverà in cielo.
- Attieniti saldamente a un unico principio-guida: la preghiera. Nessuno è più forte della persona che prega, perché il Signore ha promesso di concedere tutto a coloro che pregano. Quando siete uniti nella preghiera, il Signore è presente tra voi. Ti consiglio con tutto il cuore: oltre al tempo della preghiera ufficiale, ritirati ogni giorno un’ora, o meglio ancora due, se puoi, per la preghiera personale. Ti assicuro che non sarà tempo sprecato. Nella mia esperienza, in tutti questi anni, ho visto confermate le parole di santa Teresa d’Avila: “Chi non prega non ha bisogno che il demonio lo porti fuori strada, si getterà all’inferno da sé”.
- Non credere che sia solo il morire per la chiesa che richiede sacrificio: anche il vivere per la chiesa ne richiede molto.
- Per il tuo apostolato usa il solo metodo efficace: il contatto personale. Con esso entri nella vita degli altri, li comprendi e li ami. Le relazioni personali sono più efficaci delle prediche e dei libri. Il contatto tra le persone e lo scambio cuore a cuore sono il segreto della durata della tua opera e del suo successo.