Fatima, Mosca, La Pira: il profeta in azione e una variabile… 100000 claustrali

Camminare sull’acqua non è certamente comodo: perché si può affondare in ogni momento per poco che si abbassi il livello della fede e l’intensità dell’orazione…

Insomma il “nostro eroe” fa i seimila km verso Mosca “camminando sull’acqua” fidandosi unicamente e ciecamente di Dio…
cosa che non era riuscita neppure a san Pietro.


Dal 1951 fino al 1974 Giorgio La Pira – sindaco di Firenze, dal 1950 al 1956 e poi dal 1960 al 1964 – scrisse alle claustrali italiane e poi estere le sue circolari per tenerle informate dei suoi progetti e delle sue vicende in politica. 
Quindi, per chieder loro il dono prezioso della preghiera.
La sua grande battaglia sarà costruire la pace.
Per far questo bisogna che i contendenti si avvicinino, si guardino, si parlino e scoprano che hanno bisogno – gli uni e gli altri – del dono della pace.

Dalla raccolta ne venne fuori un volume di oltre 1500 pagine.
Un volume da tramortire chiunque. Non ne sono ancora venuto alla fine.
Due lettere, fra le tante, mi hanno colpito.
Scritte verosimilmente nei mesi di settembre-ottobre 1959. 
La Pira godeva oramai di notorietà internazionale in seguito ai suoi Convegni della Pace e della Civiltà Cristiana a cui arrivava gente dai vari angoli del globo. E poi i Convegni dei Sindaci delle capitali di tutto il mondo.
A tutti ripete che la “terza guerra mondiale non ci sarà”, che bisogna invece costruire “la strada di Isaia”. 
Il sindaco di Mosca lo invita personalmente a fargli visita.

E siccome ogni visita “va preparata”, La Pira sa che stavolta si tratta di un appuntamento con “la Storia”. 

Queste due lettere sono un riassunto rapido della sua visita a Mosca nei giorni dell’Assunta del 1959.
Deve recapitare ai suoi interlocutori il messaggio di Fatima… la cosa più antipolitica che ci sia!
Per mesi sono febbrili i pellegrinaggi, visite a santuari e ai santi che gli sono familiari. Insomma tutto viene messo in opera perché la “missione riesca”.
Ma la sua “forza d’urto” sono le “monachine” – così le chiama lui – di clausura.

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Le due lettere ci fanno vedere un vero profeta in azione.
La Pira ha in mente di recapitare il messaggio di Fatima alle autorità sovietiche. Sa bene che le carceri e i lager sovietici sono stracolmi di credenti imprigionati, spesso torturati e uccisi. Lo scrittore Solženicyn ne sa qualcosa; lui che, tre anni dopo, comincerà a raccontare il “viaggio nell’orrore”. 

Ma “il pellegrinaggio per definizione”, “la sperimentazione” più audace e più valida, non poteva che avere due termini:
FATIMA e MOSCA.

Stralcio dalla prima lettera

Reverenda Madre
… 
«Si tratta di assediare Gerico, la città “dalle mura munite e chiuse”, circuirla di giorno e di notte con l’orazione, e ciò fino a quando le “mura munite e chiuse” fossero pacificamente cadute fino a quando cioè fosse stato possibile attraversarle per portare un messaggio soprannaturale di grazia e di pace!»…

«…bisognava fare quello che ho fatto, cioè andare a Fatima il 13 luglio; prendere quasi fisicamente il messaggio della Madonna,attraversare la città assediata… E recare personalmente quel messaggio di pace ai suoi destinatari principali: il popolo russo, la chiesa russa, lo stato russo.»

L’audacia certo non esclude la paura.
Scrive…

(Sorvolando la cortina di ferro)… «forse nella mia vita non ho mai intensamente pregato come durante questo viaggio: mi trovavo in certo modo,nella situazione psicologica di san Pietro quando camminava sull’acqua.

Camminare sull’acqua non è certamente comodo: perché si può affondare in ogni momento per poco che si abbassi il livello della fede e l’intensità dell’orazione…»

Cosi sin dal primo saluto fatto in terra sovietica ai membri del governo sovietico, apparve chiaro il senso religioso del mio viaggio: venivo a Mosca e a Kiev come si va in una città santa: per pregare e venerare le tombe dei santi.

«E domattina ?» mi chiedono subito all’arrivo un pò impazienti i suoi ospiti.

«Domattina – dissi – è l’Assunta: il mio ponte di orazione e di pace fra l’occidente e l’oriente va “costruito” proprio domani; sono venuto appositamente in questo giorno benedetto: domani, pensai, dopo la santa messa io devo recarmi a Zagorsk, nel celebre monastero di san Sergio – fondato alla fine del 1300 – per pregare nella cattedrale dell’Assunzione, per l’unità e la pace della chiesa e delle nazioni»…

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I miei autorevoli interlocutori erano – logicamente – stupiti per questo piano e per questo linguaggio: era la prima volta, nella loro vita e nei loro contatti con uomini politici (…io ero l’on. La Pira, uomo operante nella vita pubblica italiana ed internazionale!) che essi si trovavano a riflettere su una “problematica religiosa” cosi chiaramente inserita nel contesto dell’azione politica.

…Io dissi infatti: la mia azione politica, interna ed internazionale, poggia sopra una “ipotesi di lavoro” molto precisa: sulla resurrezione di Cristo e di Maria nella storia dei popoli e delle nazioni.

Veda, Eccellenza – dissi al mio interlocutore – l’orazione è una forza storica immensa perché introduce nella storia la “causalità divina”, ed ecco perché non sono solo io, ma tutti i monasteri di clausura del mondo (tremila, cioè almeno centomila claustrali) siamo qui a Mosca, nel giorno dell’Assunta, per questa misteriosa “operazione di pace”…

Cosi tutto era chiaro, tutto era precisato… al momento stesso del mio arrivo a Mosca ed alle supreme autorità dello stato sovietico.

Assunta 1959: il ponte di orazione e di pace fra Fatima e Mosca eccolo ora costruito; il messaggio di Fatima era stato, diciamo cosi, formalmente consegnato ai destinatari (chiesa russa e stato sovietico ); e per la prima volta, da Mosca partiva un telegramma di speranza diretto al successore di Pietro.

Piccole cose? Si, anzi piccolissime: come il grano di senape, come la punta di lievito, come il chicco di sale…

Racconta La Pira nella seconda lettera

Reverenda Madre
… 
Si, quel prezioso messaggio mariano lo portai a tutti “i grandi destinatari” cui esso era diretto.

Lo portai alla chiesa russa, durante il colloquio che ebbi col metropolita di Mosca Nicola… e dissi: «Io non sono che il “muratore” visibile (il facchino) di questo ponte: i veri architetti ed edificatori sono la Vergine Assunta, per un verso (Fatima), e tutti i monasteri di clausura del mondo per l’altro verso (centomila creature oranti e penitenti: quale forza invincibile!)

Ed infine, questo messaggio fu comunicato… al più “drammatico” dei suoi destinatari: cioè ai rappresentanti atei più qualificati (del Soviet Supremo) dello stato sovietico, e proprio al Cremlino.

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Lo dissi con estrema chiarezza: «Io non sono un sognatore, un illuso, sono un credente, cioè uno che cerca di poggiare la sua azione sopra una “ipotesi di lavoro”; questa “ipotesi di lavoro” è costituita dalla Risurrezione di Cristo e dalla Assunzione di Maria, ambedue causa insieme efficiente e finale della storia del mondo, ambedue mistero di fondo che muove ed illumina la storia totale dei popoli e delle nazioni.»
“Ipotesi di lavoro” certamente singolare, non comune nella meditazione e nella azione politica corrente; sulla quale si può – da parte dei non credenti – anche discutere, ma in ordine alla quale nessuno può evitare la domanda tanto seria: e se fosse vera? (ed è vera). “Ipotesi di lavoro”, che include in se quest’altra affermazione: la più potente forza storica, che muove i popoli e le nazioni, che finalizza la storia intera è l’orazione…

Dicendo queste cose i miei interlocutori mi guardavano esterrefatti: eppure non si poteva negare una coerenza logica perfetta, tanto nella struttura sillogistica del mio ragionamento quanto nella logicità delle mie azioni (visita ai monasteri ecc.)… il gioco era sottilissimo: si camminava sulle acque della fede! 
Dissi loro: «Ricordatevi: i popoli battezzati sono come gli uccelli e come i pesci che tornano sempre, anche da molto lontano, ai loro nidi! Tornano alla casa paterna dove sono nati e dalla quale sono partiti: si ricordano e tornano ( come dice la parabola del figliuol prodigo…)
Cosi i vostri popoli: si ricorderanno… delle bellezze, della pace, della gioia della casa natale (la casa mistica del battesimo e della preghiera ) e torneranno ad essa e daranno gioia al Padre celeste: dalle rive dolorose dei fiumi di Babilonia (sal. 136) si ricorderanno di Gerusalemme lontana e distrutta e piangeranno, e prenderanno con gioia la strada del ritorno!»

Ecco il messaggio di Fatima: Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà, la Russia si convertirà e vi sarà pace nel mondo.

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Ecco Madre reverenda la “sostanza” dei miei colloqui: trasmettere un messaggio, “edificare un ponte di adorazione”; il messaggio di Fatima ed il ponte di orazione che aveva come artefici – oltre la Madonna – tutte le claustrali del mondo…
I risultati? Madre reverenda, Dio solo li conosce: non c’è che da ripetere la frase di san Paolo “io ho piantato, Apollo ha irrigato ,ma è Dio che fa crescere ( 1 Cor 3,6 )”
Certo è questo: Mosè sul monte Sinai riuscì, pregando, a mutare il giudizio di Dio su Israele (Es 32,7-14) a mutare, perciò la storia di Israele e del mondo!
E allora?
La preghiera è, dunque, una immensa forza soprannaturale dalla quale dipende il destino intero dei popoli…
Ecco allora la domanda: “qual è nei disegni di Dio, l’efficacia di questa immensa forza di orazione e di sofferenza,inserita nella fase attuale dei rapporti tra fra oriente e occidente? Quale misteriosa validità storica possiede questo ponte gettato, nel giorno dell’Assunta, fra le due sponde della cristianità di oriente e di occidente?”
Domande serie, sulle quali i cristiani non possono essere disattenti.
Ecco, madre reverenda questi pochi e piccoli tratti integrativi in ordine al mio viaggio in Russia.
Le altre “spiegazioni” lasciamole ai nostri Angeli custodi.
Grazie di tutto… Si ricordi sempre di pregare e far pregare la Madonnina…

Suo in X.to 
La Pira 

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Noi lettori frettolosi – lenti a credere – che leggiamo queste lettere a quasi 60 di distanza e abbiamo visto i rivolgimenti successi in Russia non possiamo ora che confermare questa profezia di La Pira.

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