Sinodo dei giovani 2018

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…Vale la pena di sentirsi parte della Chiesa o di entrare in dialogo con essa; di avere la Chiesa come madre, maestra, casa, famiglia; di metterci in ascolto gli uni degli altri; di nuotare controcorrente e di legarsi ai valori alti: la famiglia, la fedeltà, l’amore, la fede, il sacrificio, il servizio, la vita eterna…

…Il futuro non è una minaccia da temere, ma è il tempo che il Signore ci promette perché possiamo fare esperienza della comunione con Lui, con i fratelli e con tutta la creazione…

«Legittimamente si può pensare che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (Cost. past. Gaudium et spes, 31).”

…Bisogna perciò non spendere energie per «contabilizzare fallimenti e rinfacciare amarezze», ma tenere fisso lo sguardo sul bene che «spesso non fa rumore, non è tema dei blog  né arriva sulle prime pagine», e impegnarsi nel cercare di “frequentare il futuro”,   a realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, …far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani e ispiri ai giovani la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo…”

(Discorso di Papa Francesco all’inizio del Sinodo dedicatio ai giovani, 3/10/2018)

 

…Siate giovani in cammino, che guardano gli orizzonti, non lo specchio. Sempre guardando avanti, in cammino, e non seduti sul divano: un giovane, un ragazzo, una ragazza, che sta sul divano, finisce in pensione a 24 anni: è brutto, questo! Voi lo avete detto bene: che mi fa trovare me stesso non è lo specchio, il guardare come sono. Trovare me stesso è nel fare, nell’andare alla ricerca del bene, della verità, della bellezza. Lì troverò me stesso.

…Faccio un cammino, ma con coerenza di vita…Se sei cristiano, prendi le Beatitudini e mettile in pratica.

…Gesù ci ha detto che il potere è il servizio: il vero potere è servire. Altrimenti è egoismo, è abbassare l’altro, non lasciarlo crescere, è dominare, fare schiavi, non gente matura. Il potere è per far crescere la gente, per farsi servitori della gente…

…Voi, giovani, ragazzi e ragazze, voi non avete prezzo! Non siete merce all’asta! Non lasciatevi comprare, sedurre, schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono idee nella testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Questo dovete ripetervelo sempre: io non sono all’asta, non ho prezzo ,sono libero, sono libera! Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù…

…Ogni strada che voi farete, per essere affidabile, dev’essere concreta, come le esperienze, tante esperienze che voi avete detto qui. La concretezza è la garanzia per andare avanti. Se i media, se l’uso del web  ti porta fuori dalla concretezza, ti rende “liquido”, taglialo. Taglialo. Perché se non c’è concretezza non ci sarà futuro per voi. Questo è sicuro, è una regola della strada e del cammino.

Concretezza anche nell’accoglienza. Spesso  siamo chiusi, siamo noi soli. E quando siamo chiusi non si può andare avanti .Questa  chiusura si vince con l’abbraccio, con l’accoglienza, con il dialogo, con l’amore, che è la parola che apre tutte le porte,anzi, non solo le porte, anche le mani!…

…Se l’albero è solo, non darà frutto. Tutto quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che è sotterrato. Attaccatevi alle radici, ma non rimanete lì. Prendete le radici e portatele avanti per dare frutto, e anche voi diventerete radici per gli altri…

(Aula PaoloVI – Incontro con i giovani, 6/10/2018)

 

…Sono necessari 3 passi fondamentali per il cammino della fede.

Il primo è ascoltare . E’ l’apostolato dell’orecchio: ascoltare, prima di parlare. Dare ascolto non alle chiacchiere inutili ma ai bisogni del prossimo.

Il secondo è farsi prossimi. La fede passa per la vita. Riconosciamo che il Signore si è sporcato le mani per ciascuno di noi, e guardando la croce ripartiamo da lì, dal ricordarci che Dio si è fatto mio prossimo nel peccato e nella morte. E quando per amore suo anche noi ci facciamo prossimi diventiamo portatori di vita nuova: non maestri di tutti, non esperti del sacro, ma testimoni dell’amore che salva.

Testimoniare è il terzo passo. Non è cristiano aspettare che i fratelli in ricerca bussino alle nostre porte; dovremo andare da loro, non portando noi stessi, ma Gesù. Egli ci manda, come discepoli, a incoraggiare e rialzare nel suo nome. Ci manda a dire ad ognuno: “Dio ti chiede di lasciarti amare da Lui”.

Ascoltare, farsi prossimi, testimoniare. Sentirsi bisognosi di salvezza è l’inizio della fede. È la via diretta per incontrare Gesù.La fede è questione di incontro, non di teoria.  

(S. Messa conclusiva – Omelia, 08/10/18)