Ciao Willy

Cari lettori,

spesso abbiamo letto su questa rubrica pagine bellissime di fede e di spiritualità; stavolta è invece un giovane, di origini albanesi, che ha messo, nero su bianco, i suoi sentimenti di umanità e di affetto, che “sono sacri”, verso questa vittima della malvagità e del razzismo: parole semplici, quotidiane, come, purtroppo, il crimine a cui si riferisce… Crimine che definirei quasi banale. 

Ma appunto… Tocca a noi lettori non lasciare che questo omicidio odioso… Diventi banale. 

Grazie Ermal per ricordarci che ogni vita è unica, straordinaria, e va preservata… SEMPRE. 

P.Riccardo

wlilly

Caro Willy,

Sarai seduto ad aspettare di entrare anche tu insieme agli altri. Un uomo che non conosci starà verificando che sia veramente tu. Purtroppo, sei tu. Tra poco si apriranno le porte e tu potrai entrare fra l’incredulità di tutti. Ti daranno un ruolo importante, forse farai sorridere quelli che come te sono saliti troppo presto, magari per premiarti ti daranno pure le ali. Probabilmente ti occuperai dei bambini scomparsi in mare, di tutti quelli che sono stati perennemente invisibili, di quelli che come te cercavano di farcela in questo mondo pericoloso che ci siamo costruito qui giù. Caro Willy, i primi giorni sarai un po’ arrabbiato a causa della confusione. È normale, probabilmente volevi solo tornare a casa e invece sei finito altrove. Qualcuno direbbe un posto migliore, ma tu non ci crederai, almeno all’inizio. Poi un giorno incontrerai qualcuno che ti conosceva qui giù che ti dirà: “ehi Willy! Ti ricordi di me?” Tu gli risponderai di no, ma sempre con il tuo sorriso e in quel momento ti dimenticherai di abbassare lo sguardo in direzione della tua vecchia casa, della tua vecchia vita. Non c’è nessun pericolo per te adesso Willy, ma noi siamo ancora in pericolo. Lo siamo di più quando pensiamo che non ci possa toccare da vicino, perché è già vicino, è incredibilmente vicino.

La miseria è come le erbacce. Se non ce ne curiamo alla fine crescerà così tanto da tirarci le travi dei soffitti sulla testa, seppellendoci abbracciati alla nostra finta sicurezza.

Abbi cura di te Willy e non avere paura. Lì dove sei tu non è mai buio e nessuno può spegnere i lampioni.

Ermal Meta